Roma, 27 mar – Nuovi segnali distensivi sulla politica monetaria dal presidente della Bce Mario Draghi, dopo le correzioni di rotta operate in questa direzione a inizio mese dall’istituzione. I rischi sulle prospettive economiche restano orientati al ribasso “sono aumentati e l’incertezza resta alta”.
In questo quadro nell’area euro “resta necessaria una politica monetaria accomodante” e al tempo stesso serve “prontezza nel rispondere a rischi futuri, ove le prospettive di medio termine dovessero continuare e deteriorarsi significativamente”, ha affermato intervenendo alla conferenza “The ECB and Its Watchers”.
“In questo caso – ha avvertito Draghi – la Bce adotterà tutte le misure che saranno necessarie e proporzionate a raggiungere i suoi obiettivi” di stabilità dei prezzi. E “non ci mancano gli strumenti per svolgere i nostri compiti”, ha sottolineato.
Dopo i rallentamenti dell’economia già visto sul finale di 2018, “ora stiamo assistendo a un deterioramento più persistente della domanda esterna. Tuttavia – ha notato Draghi – una dinamica più moderata non prelude per forza a un crollo”.
“La questione chiave – ha detto – sarà vedere se, con la politica monetaria che continuerà a fornire sostegno, la domanda interna rimarrà resiliente come appare oggi”. Su questo un elemento chiave è rappresentato dal mercato del lavoro, che finora nell’Unione valutaria ha mostrato una tenuta al rallentamento della domanda esterna e dell’economia.
“I dati attuali suggeriscono che la domanda esterna non si è ancora riverberata su quella interna. Ma i rischi sono aumentati negli ultimi mesi – ha proseguito il numero uno della Bce – e l’incertezza resta elevata. Questo è il motivo per cui le nostre attese di medio termine rimangono orientate a una crescita che tornerà al suo potenziale. Tuttavia i rischi restano orientati al ribasso”.
Guardando alle banche, Draghi ha poi annunciato che l’istituzione è pronta a studiare e misure per “mitigare” l’effetto negativo dei tassi di interesse negativi sugli utili.
“Continueremo a monitorare come le banche possano mantenere condizioni di utili sane mentre i margini sui tassi di interesse sono compressi. E, se necessario, dovremo pensare a possibili misure che preservino le implicazioni favorevoli dei tassi di interesse negativi per l’economia, mitigandone gli effetti collaterali, ove ve ne siano. Detto questo – ha notato Draghi – la bassa redditività delle banche non è una conseguenza inevitabile dei tassi negativi”.