Dopo un 2019 di nuova crescita e consolidamento, la pandemia ha impattato duramente anche sul settore della gestione rifiuti che ha mostrato resilienza, evitando situazioni emergenziali, assorbendo le criticità e garantendo le diverse fasi di raccolta, trattamento e riciclo. Nel 2020 sono aumentate le raccolte differenziate domestiche degli imballaggi, mentre hanno registrato un brusco calo quelle presso le isole ecologiche (in particolare i rifiuti elettrici ed elettronici e alcuni imballaggi) e quelle legate alle attività industriali e commerciali. Per centrare gli obiettivi di Circular Economy fissati a livello europeo, serve semplificazione amministrativa e normativa e misure di sostegno al mercato dei prodotti riciclati, da attivare anche sfruttando i fondi che arriveranno nei prossimi mesi con il piano NEXT Generation EU. Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio annuale “L’Italia del Riciclo”, il rapporto promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE Unicircular (l’Unione Imprese Economia Circolare).
I numeri del rapporto
Il rapporto evidenzia le performance delle singole filiere nel 2019, l’anno prima della pandemia, con il riciclo degli imballaggi che ha mantenuto un buon andamento: 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (il 3% in più rispetto al 2018) e un complessivo tasso di riciclo che ha raggiunto il 70% sull’immesso al consumo. I tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati ormai su livelli di avanguardia in Europa: carta 81%, vetro 77%, plastica 46%, legno 63%, alluminio 70%, acciaio 82%. Persistono scenari con luci e ombre sulle altre filiere. Ancora non centrano gli obiettivi europei la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) che ha raggiunto il 38% (in crescita del 10%), ma distante dall’obiettivo del 65% fissato per il 2019; stesso discorso vale per la raccolta delle pile (43%, 2 punti sotto il target), così come la percentuale di reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, al di sotto della soglia dell’85% del peso del veicolo, decisamente lontana dal target del 95% di recupero complessivo previsto per il 2015.
Trend in crescita
Mostrano trend in crescita la filiera dei rifiuti tessili (+10% della raccolta differenziata), quella dei rifiuti da costruzione e demolizione (tasso di recupero arrivato al 77%), gli oli minerali (raccolta al 47%) e gli oli vegetali esausti (riciclo a +9% vs 2018). In crescita anche il recupero della frazione organica (+7,5%), la principale porzione in peso dei rifiuti urbani. Per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale, avviando a recupero di materia 151mila tonnellate e a recupero energetico 116mila tonnellate. L’impatto della pandemia: hanno tenuto le raccolte differenziate degli imballaggi domestici, in calo l’organico per il crollo della ristorazione e del turismo, in calo i rifiuti speciali di origine industriale, delle costruzioni e del commercio. Tra marzo e maggio il 53% degli intervistati ha riscontrato riduzioni significative delle raccolte differenziate, superiori al 20% rispetto allo stesso periodo del 2019; tra giugno e agosto la quota che ha registrato un calo della raccolta differenziata è scesa sotto il 50% e la contrazione si è ridotta al 10-20% vs 2019.