Le persone di Poste protagoniste sui quotidiani locali: il Cittadino di Lodi, nell’edizione del 19 gennaio, ha dato spazio a Cristina Failla, sportellista, che lavora dal 1999 per Poste Italiane. Anche Cristina si è trovata ad affrontare l’emergenza sanitaria a contatto con il pubblico: “La preoccupazione – racconta al Cittadino – con il primo lockdown, c’era, ma ci sono stati forniti tutti i dispositivi di sicurezza: la mascherina, il gel disinfettante, inizialmente anche i guanti, il plexiglass allo sportello. All’ingresso abbiamo anche il termoscanner per la misurazione della temperatura”.
La soddisfazione del lavoro
Un ruolo essenziale, quello di Poste Italiane, che nei giorni dello scoppio della pandemia andava oltre ai semplici servizi: “Le persone ci raccontavano quello che accadeva nelle loro vite, diversi episodi della quotidianità. Mi è rimasta impressa l’attenzione che prestavano al rispetto delle norme, se per caso notavano che qualcuno si avvicinava facevano un balzo indietro per mantenere le distanze”. Per Cristina, riporta ancora il quotidiano, un lavoro che si sposa pienamente con il suo desiderio di essere d’aiuto alle persone, “soprattutto quelle che hanno difficoltà con le procedure telematiche, se il cliente è soddisfatto del mio aiuto allora sono soddisfatta anche io. Apprezzo questo lavoro anche per l’opportunità di fare due chiacchiere con quelle persone che vengono spesso in posta”.