Le restrizioni dovute al Covid hanno portato un boom dell’e-commerce nel 2020, la cui quota sul totale delle vendite mondiali è passata dal 16 al 19%, con alcuni Paesi che hanno visto aumenti nella quantità di vendite online di oltre il 20%. La stima è dell’Unctad, l’Agenzia Onu per il commercio e lo sviluppo. Il rapporto ha analizzato per il 2020 i dati di sette Paesi, Usa, Canada, Cina, Corea del Sud, Gran Bretagna, Australia e Singapore, che da soli rappresentano i due terzi delle vendite online mondiali. L’aumento maggiore è quello visto in Australia, con il 59%, seguita dal 46,7% in Gran Bretagna, dal 32,6% negli Usa e dal 14,6% in Cina, paese dove però la quota di e-commerce era già molto alta e superiore al 50%. Nelle stesse aree invece la quota totale di vendite, online e “dal vivo”, è scesa dell’1%. “Questi numeri mostrano l’importanza crescente delle attività online – spiegano gli autori -, e sottolineano il bisogno per i Paesi, soprattutto in via di sviluppo, di ricostruire dopo la pandemia”. Dal punto di vista delle singole aziende, si legge nel rapporto, il Covid ha portato a conseguenze diverse a seconda del settore. Contrariamente a quelle che si occupano di vendite per corrispondenza, le piattaforme specializzate nei trasporti e nei viaggi hanno visto un tracollo.
E-commerce: il 19% delle vendite al dettaglio è online
L’aumento maggiore è quello visto in Australia, con il 59%, seguita dal 46,7% in Gran Bretagna, dal 32,6% negli Usa e dal 14,6% in Cina