Oristano festeggia i 140 anni dall’inaugurazione del monumento dedicato a Eleonora d’Arborea. In questa occasione Poste Italiane ha attivato un servizio postale con bollo speciale con la dicitura “Monumento a Eleonora d’Arborea – 140° anniversario inaugurazione”. Le lettere presentate alla postazione di Palazzo Scolopi, in Piazza Eleonora d’Arborea a Oristano, sono state timbrate con l’annullo. Per l’evento è stata realizzata, oltre all’annullo filatelico, una cartolina dedicata.
La storia di Eleonora d’Arborea
Eleonora morì nel 1403-1404, probabilmente a causa della peste, si legge sul sito del Comune di Oristano. Sotto la sua reggenza del governo arborense la lotta contro i catalano-aragonesi continuò aspra e agguerrita; finché non si giunse al trattato di pace del 1388, con il quale ella dovette scendere a patti con l’Aragona e cedere parte delle conquiste. La pace, però, offrì sia all’Arborea che al regno di Sardegna e Corsica una irripetibile occasione per riorganizzarsi. Ci fu, quindi, un breve periodo di tranquillità politica, durante il quale Eleonora poté dedicarsi all’aggiornamento della Carta de Logu.
Mariano V
Dal 1392-93 il giudice Mariano V, emancipatosi dalla reggenza materna, governò il regno, anche se dalle fonti documentarie appare chiaro che a far politica e a condurre la guerra contro gli iberici fu sempre il padre Brancaleone. Alla morte del giovane Mariano V, avvenuta quand’era ancora celibe nel 1407, il trono giudicale andò a Guglielmo III Visconte di Narbona-Bas, discendente di Beatrice, sorella di Eleonora. Con lui l’Arborea visse gli ultimi istanti della sua vita plurisecolare, prima di cedere per sempre alle forze nemiche. La guerra, infatti, ripresa con vigore nel 1391 da Eleonora, Brancaleone e Mariano V, era proseguita senza soste rilevanti fino alla sconfitta arborense, presso Sanluri, il 30 giugno 1409.
La fine dell’Aragona
Trasformato in marchesato, feudo della Corona d’Aragona, il giudicato d’Arborea finì di esistere di diritto nel 1420, quando Guglielmo III cedette per 100.000 fiorini d’oro i suoi diritti al trono arborense al re aragonese Alfonso V Il Magnanimo.