Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni.
Di seguito la testimonianza di Giuseppe Adragna, pensionato di Poste Italiane, che ricorda l’inaugurazione dell’Ufficio Postale di Belo Polje, in Kosovo.
Volevo ricordare tramite Postenews la mia esperienza all’estero con Poste Italiane. A novembre del 2003 la nostra Azienda inaugurò un Ufficio Postale, il primo all’estero, al seguito delle truppe Italiane in Kosovo (Ufficio Postale di Belo Polje). La struttura era situata all’interno del “Villaggio Italia”: un complesso all’avanguardia fra i paesi della Nato. Qui fino al 2011 si alternarono vari colleghi, richiamati in servizio militare per un periodo di circa cinque mesi. I servizi erogati dall’ufficio erano uguali a quelli offerti in Italia, gli operatori di sportello erano due coordinati da un direttore. Nel 2008 dopo un breve corso di preparazione, tenutosi a Roma presso la nostra Azienda, superate le visite mediche e un breve addestramento militare a Pisa, partii dall’aeroporto di Bologna con destinazione Gjacova (Kosovo) per poi proseguire per Pec. L’emozione di mettermi al servizio dei nostri militari fu enorme, anche perché realizzavo un sogno, quello di indossare la divisa col grado di capitano. In quell’ufficio mi resi conto che tutti noi eravamo un punto di riferimento sia per i militari sia per i civili che operavano nel campo, tutti quelli che entravano si sentivano a casa loro. Ricordo il giorno che venne a trovarci l’attrice Claudia Koll e le regalammo un folder di Poste. I cinque mesi di servizio furono molto impegnativi in quanto si lavorava su due turni e si era lontani dalle rispettive famiglie: la mia era a Udine. Sarò sempre grato a Poste Italiane per avermi dato questa opportunità che ha segnato la mia vita. Il mio rapporto con Poste non è terminato con il mio pensionamento, ma prosegue ancora grazie a mio figlio Davide che continua il lavoro con entusiasmo.