Roma, 21 giu- Nuovo lieve miglioramento dell’attività delle imprese nell’area euro, che si riporta ai massimi da 7 mesi, pur restando su livelli deboli e con il settore manifatturiero che si mantiene in zona contrazione. Questa la fotografia scattata dalle indagini tra i responsabili degli approvvigionamenti delle aziende, elaborata dalla società di ricerche Ihs Markit. Il Purchasing manager index generale si è attestato a 52,1 punti a giugno, dai 51,8 di maggio.
In questa indagine i 50 punti sono la soglia limite tra crescita e calo dell’attività. L’indice Pmi sul settore terziario è salito a 53,4 punti, da 52,9 mentre quello sul manifatturiero è migliorato solo marginalmente, un decimale in più a 47,8 punti.
Secondo Markit inoltre l’ottimismo sul futuro è calato ancora di più, scendendo al livello più basso dalla fine del 2014. Tali numeri fanno supporre che nei prossimi mesi la crescita resterà debole. Anche le pressioni inflazionistiche si sono moderate.
L’aumento generale dell’attività è stato supportato della ricezione del più alto numero di ordini da novembre, anche se è stato inferiore rispetto ai valori raggiunti a giugno dell’anno scorso. Ma le commesse manifatturiere hanno continuato a deteriorarsi ad uno dei tassi peggiori in sei anni, anche se più lentamente rispetto ai primi mesi dell’anno. Allo stesso tempo, la crescita occupazionale è aumentata marginalmente, pur restando nella media di quest’anno e inferiore a quella dell’anno scorso.
“A giugno l’economia dell’eurozona accelera il ritmo, lasciando intendere che il peggio è ormai passato”, ha commentato il capo economista di Markit, Chris Williamson, secondo cui i dati dovrebbero corrispondere ad una crescita dell’area euro appena sopra lo 0,2 per cento nel secondo trimestre.
“Le preoccupazioni per una più debole crescita economica sia nazionale che estera – ha aggiunto – l’aumento di rischi geopolitici e le guerre commerciali continuano a dominare la scena, frenando la spesa, gli investimenti e l’ottimismo”.