Indossa la camicia di Poste Italiane con grande orgoglio Cinzia, portalettere dal 1988. “È un complimento per me se mi chiamano postina – afferma – Speravo in questo posto di lavoro e alla fine sono stata fortunata, me lo sono meritato. È un lavoro di responsabilità e di autonomia: non c’è un giorno uguale all’altro. Con le persone che incontro e a cui consegno la posta ho fatto tanta amicizia. Ricordo con orgoglio la lettera che è stata mandata al direttore in cui si elencavano le qualità riscontrate in me e nel mio lavoro”. Il lavoro mattutino al Centro di distribuzione di Pordenone è piuttosto frenetico, ma non mancano i sorrisi, le battute, una chiacchierata mentre si organizza l’uscita, ognuno nelle proprie zone di competenza e con le proprie peculiarità: il lavoro è diverso, di giorno in giorno, e non ci si annoia mai.
Orgogliosi del proprio lavoro
L’orgoglio per l’importanza del proprio lavoro lo esprime anche Patrizia, in Poste dal 2005: ogni mattina inforca la bicicletta e percorre le vie del centro città per consegnare la corrispondenza, soprattutto negli uffici. “Sono lettere sempre molto attese – sottolinea, mentre sistema il suo carico – da avvocati, notai, professionisti e spesso ciò che consegno riguarda il loro lavoro. Cerco anche di aiutare a sbrogliare situazioni o problemi che possono incorrere nella corrispondenza”. Ma qui non c’è solo il lavoro: tra alcuni colleghi è nato l’amore, come sottolinea l’esperienza di Andrea, dalla Calabria trasferitosi a Pordenone nel 2020 grazie a un contratto di Poste Italiane. Con Debora il rapporto di amicizia tra colleghi si è trasformato in amore, coronato dalla nascita di Mattia, 10 mesi. Ora Debora lavora in un altro ufficio, sempre nel Pordenonese, e la loro vita è cadenzata da lavoro, famiglia e dal piccolo frugoletto, che i genitori si godono anche grazie ai congedi parentali concessi da Poste Italiane. L’importanza di conciliare casa e lavoro, garantita da Poste, la esprime con il proprio esempio Francesca, assunta nel 2005, tre figli, sostiene molto la categoria, mai sufficientemente valorizzata, delle donne lavoratrici. Si occupa della linea mercato con consegne mirate a realtà importanti nel panorama economico del territorio.
Dal Sud a Pordenone per esaudire un sogno
Dal sud al nord, Gianette, è originaria di Reggio Calabria e svolge il ruolo di caposquadra. In Poste Italiane dal 2019, il primo anno e mezzo è stata impiegata nel centro di smistamento di Novara, con un contratto a tempo determinato che si è trasformato, nel 2021, in contratto indeterminato e trasferimento a Pordenone come portalettere. In breve, ha fatto carriera all’interno dell’azienda diventando caposquadra nel giugno 2022. “Sono dinamica, mi piace spaziare in varie mansioni e aiutare gli altri, mi trovo molto bene in questo ruolo e nel centro di distribuzione di Pordenone”, afferma. È pugliese invece la responsabile Deborah, di Triggiano, in provincia di Bari. Assunta in Poste Italiane nel 2017 con un contratto a tempo determinato, ha avuto il contratto indeterminato nel novembre 2019. “Questo lavoro mi ha cambiato la vita – confessa – Ho una laurea in tecniche audioprotesiche, ma le esperienze non erano state positive e l’assunzione in Poste ha significato un motivo di riscatto personale: sono innamorata del mio lavoro e quando mi hanno prospettato un contratto fisso non ci ho pensato due volte, anche se questo ha significato allontanarmi dalla mia terra. Sono fortemente legata al mio territorio e alla mia famiglia ma l’amore per il mio lavoro ha fatto sì che andassi oltre i limiti che mi ero posta precedentemente”.