Anche in Toscana l’emergenza passaporti ha colpito a macchia di leopardo molte questure. Era il 6 marzo quando Il Tirreno pubblicava un’inchiesta sui tempi di attesa per ottenere un appuntamento: i cittadini di Pontedera e quelli di Carrara dovevano aspettare fino a sei mesi, l’attesa era fra i tre e i quattro mesi in centri importanti come Volterra, Massa e Grosseto, due mesi a Livorno e Arezzo, oltre un mese a Firenze ed Empoli. “Avevamo descritto la piccola odissea che i cittadini dovevano affrontare per ottenere il passaporto, raccogliendo parallelamente l’allarme delle agenzie di viaggio toscane, che stimavano una perdita di 42 milioni in un anno a causa delle rinunce ai viaggi”, ricorda il direttore del Tirreno Cristiano Marcacci, che accoglie così l’imminente attivazione del servizio passaporti negli uffici postali.
Reazioni positive dai lettori del Tirreno
“Le reazioni che abbiamo raccolto finora sono positive da parte di tutti; del resto, quello di Poste Italiane è un progetto di prossimità che va nel solco della tradizione del nostro quotidiano, che è un giornale di comunità: per questo motivo, i nostri lettori lo comprendono meglio di altri e lo attendono con fiducia”. Al Tirreno, spiega il direttore, arrivano tuttora continue segnalazioni dei sindacati di polizia sulla carenza di personale negli organici delle questure e che denunciano l’occupazione delle risorse umane in attività amministrative che potrebbero svolgersi altrove. A maggior ragione, l’intervento di Poste può rivelarsi utile, se non risolutivo: “Più in generale, trovo che questo progetto Polis possa fare breccia in una terra come la Toscana, che è la culla dei borghi – conclude Marcacci – Se questo progetto riuscirà a concretizzarsi rispetto agli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale che si era dato sarà sicuramente un bel passo avanti”.