Poste: Michela, da Pieve di Cadore a Santiago de Compostela per un Cammino di solidarietà

A piedi per 850 chilometri, con uno zainetto in spalla (pesante appena cinque chili) e un’immensa voglia di immergersi nella natura, nella fatica e nel tempo che scorre lentamente. Michela Roffarè, viceresponsabile dell’ufficio postale di Pieve di Cadore, è appena partita per l’impresa della vita. Il cammino di Santiago, nel percorso francese, parte dalla città di Bayonne e la condurrà, costeggiando l’Oceano Atlantico lungo un itinerario di 28 km al giorno, a Santiago di Compostela. 

Colleghi, clienti, amici

“Qualche collega, ridendo, mi chiede sono son matta. Altri esclamano ‘Che bello!’. Poi ci sono i clienti che mi incontrano in ufficio postale quando torno dai miei viaggi e mi salutano ‘Sei tornata, finalmente!’, oppure che quando si avvicina l’estate mi chiedono ‘Dove andrai quest’anno?’. Il rapporto con le persone che vengono in ufficio postale è sempre cordiale, più che clienti sono amici. Lavoro in Poste Italiane da dieci anni e ringrazierò sempre la mia Azienda e i miei colleghi perché ho l’opportunità di coltivare questa mia passione”. 

Stimolo costante

Come nelle piccole località frequentate da Michela, che vive a Valle di Cadore, così anche durante le sue avventure solidarietà e amicizia sono all’ordine del giorno. Questi punti fermi la incoraggiano e costituiscono uno stimolo costante, anche per la sua vita professionale che la porta quotidianamente a fornire assistenza e agevolare le persone che provengono da piccole comunità, spesso piccole e più isolate rispetto ai grandi centri. 

Il contatto con il pubblico

Di scarpe Michela ne ha già consumate parecchie paia negli anni passati: “Ho sempre praticato molti sport – racconta – dal calcio alla ginnastica artistica finché nel 2019 non ho scoperto il Cammino di Santiago”, il primo di una serie di lunghe marce che l’hanno portata a scoprire la via di San Giacomo in ogni direzione. Questo percorso l’ha portata a compiere l’impresa attualmente in corso che ha anche una precisa finalità sociale: raccogliere fondi in favore dell’Associazione “Parkinson Alto Bellunese”. “Un Cammino – spiega Michela –ti arricchisce come persona in generale e questo, per chi si rapporta non solo con il pubblico ma anche con dei colleghi non può che essere un’esperienza positiva. Si impara soprattutto il valore della condivisione. Il beneficio, alla fine, è per tutti.”