Roma, 9 lug – Nel settore dei servizi finanziari, in Italia, le competenze digitali nei board non corrono di pari passo con gli investimenti in It, tanto che i membri dei CdA con una radicata esperienza in campo tecnologico sono meno del 10%. È questo il quadro che emerge dal report “Tech Explosion e Digital Disruption nei Financial Services: i Board italiani sono pronti?” di Monitor Deloitte, uno studio volto a rilevare il “quoziente digitale” dei Consigli di Amministrazione su un panel di 12 player fra i principali istituti di credito e gruppi assicurativi.
Come emerge dall’indagine il settore dei Financial Services è uno dei comparti più interessati dalla rivoluzione digitale. Tuttavia, a fronte di un elevato livello di spesa in tecnologia nel 2018 (con valori che hanno raggiunto il 7,5% dei ricavi, quattro punti percentuali sopra alla media), specialmente da parte degli istituti di credito e delle compagnie assicurative, il livello di digitalizzazione del board resta limitato.
Infatti se un tempo la banca era vista come mero istituto di credito, questa definizione non rappresenta più in pieno l’evoluzione che sta interessando il settore, dove le aziende sviluppano modelli di business open abilitati dalle tecnologie digitali ed in grado di produrre risultati da “Revenue multiplier”.
La ricerca evidenzia come l’evoluzione tecnologica stia creando un digital divide nel mondo dei servizi finanziari: i modelli aziendali basati sulla tecnologia crescono più velocemente, sono caratterizzati da moltiplicatori di ricavi più elevati e sono maggiormente premiati dagli investitori.
La tecnologia sta portando ad un ripensamento strutturale dei business model nel settore finanziario e la governance delle aziende deve strutturarsi adeguatamente per gestire l’impatto del digitale e guidare le scelte strategiche del futuro. Secondo i risultati del report, soltanto all’interno di quattro tra i CdA selezionati si trovano consiglieri con profili tech-oriented.