Roma, 6 giu – Nel 2018 ammontano a 18 milioni 823 mila le famiglie con almeno un componente tra i 15 e i 64 anni (72,6% di 25 milioni 926 mila famiglie residenti in Italia). Tra queste, quelle con almeno un occupato sono 15 milioni 374mila. Lo rileva l’Istat.
La partecipazione al mercato del lavoro all’interno della famiglia ha risentito della crisi economica che, soprattutto tra il 2008 e il 2013, ha arrestato il trend positivo degli anni precedenti e condizionato la ripresa in quelli successivi. Nel 2018 la quota di famiglie con almeno un occupato (81,7%) torna tuttavia ad avvicinarsi al livello del 2008 (82,3%). Il recupero dei livelli pre-crisi è avvenuto in tutte le regioni del Nord, mentre ancora non si è realizzato nel Mezzogiorno.
Tra le regioni meridionali le quote più basse sono stimate in Calabria (67,6%) e in Sicilia (67,9%), dove si registrano anche le distanze più marcate rispetto al 2008 (-5,2 e -4,7 punti percentuali). Nel 2018 si stimano 3 milioni 198mila persone occupate tra i 15 e i 64 anni che vivono sole (74,6% dei 4 milioni 286 mila famiglie unipersonali in età lavorativa). L’incidenza è maggiore tra la componente maschile (77,6%), tra coloro che hanno meno di 35 anni (77,0%), tra i residenti al Nord (80,6%) e tra chi ha la cittadinanza straniera (80,1%). Le persone sole disoccupate o potenziali forze di lavoro sono 542 mila, pari al 12,6% (23,7% nel Mezzogiorno e 14,8% tra le persone straniere).
Negli ultimi decenni in Italia è cresciuto il numero di famiglie e diminuito il numero di componenti. Tra il 2004 e il 2018 si è verificato un significativo aumento delle famiglie costituite da una sola persona. Nello stesso periodo è aumentata anche la quota di persone sole occupate, passata dal 68,1% del 2004 al 74,6% del 2018. L’aumento si riferisce esclusivamente alla componente più adulta (oltre i 35 anni) e riguarda sia gli uomini sia le donne. Allo stesso modo è cresciuta la quota delle persone sole disoccupate o forze di lavoro potenziali (dal 7,1% al 12,6%). A diminuire in misura consistente sono stati, invece, gli inattivi in questa fascia di età che vivono soli: dal 24,9% del 2004 (circa metà di questi con pensione da lavoro) al 12,8% del 2018 (meno di un terzo ha una pensione da lavoro).
Sono 12 milioni 176mila le famiglie con due o più persone (pluricomponenti) con almeno un occupato (quasi l’84% delle famiglie pluricomponenti con almeno un 15-64enne). L’incidenza arriva a poco meno del 90% al Nord e nel Centro, mentre nel Mezzogiorno non supera il 75%. Tra queste, le famiglie con due o più occupati sono 6 milioni 479 mila (44,6% del totale delle pluricomponenti). Tra il 2004 e il 2018 le famiglie con due o più occupati risultano leggermente diminuite: la loro incidenza è scesa dal 45,6% al 44,6%. A livello territoriale, le disparità geografiche si sono ampliate rispetto al periodo pre-crisi. Le famiglie con due o più occupati sono più diffuse al Nord (54,3% delle famiglie pluricomponenti) e al Centro (48,9%), rispetto alle regioni del Mezzogiorno (29,3%).
Il lieve calo complessivo sottintende una forte diminuzione in tutte le ripartizioni geografiche nel periodo di crisi. Tuttavia, mentre dopo il 2013 nel Nord e nel Centro l’incidenza delle famiglie con due o più occupati è tornata a crescere progressivamente riportandosi sui livelli del periodo pre-crisi, nel Sud e nelle Isole il recupero è stato più lento e lo svantaggio rispetto alle altre ripartizioni è aumentato. Nel 2004, infatti, la quota di famiglie con due o più occupati residenti nelle regioni meridionali era pari al 33,3% – contro il 53,4% del Nord e il 48,9% del Centro – ed è scesa al 27,5% nel 2013, senza riuscire a recuperare pienamente negli anni successivi.