In Italia, l’allentamento delle misure di contenimento si è riflesso in un aumento della mobilità che resta comunque al di sotto di quella pre-epidemia: la mobilità legata al commercio al dettaglio e alle attività ricreative è risalita da -80% durante il lockdown a -17% nell’ultima settimana di giugno, con qualche lieve differenza tra le regioni (ad esempio in Lombardia rimane al di sotto del normale di oltre il 20%); gli spostamenti da/verso i luoghi di lavoro sono passati dal -60% a -20%, riflettendo ancora l’ampio utilizzo del lavoro agile in molti comparti dei servizi e nelle amministrazioni pubbliche. A distanza di due mesi dalle prime riaperture, gli economisti di Banca d’Italia evidenziano che l’epidemia si è mantenuta sotto controllo, anche se il ritmo di riduzione del contagio ha rallentato rispetto al periodo di lockdown e sono emersi alcuni focolai di infezione per ora geograficamente circoscritti. Nella prima metà di maggio, i cui dati in parte riflettono ancora degli effetti del lockdown, il numero di nuove infezioni rilevate ha continuato a ridursi piuttosto rapidamente nelle aree più colpite e in quasi tutte le regioni il numero di riproduzione dell’epidemia si è attestato intorno a 0,5-0,6.