Roma, 26 lug- Banda ultralarga in crescita nel primo trimestre dell’anno sulla rete fissa, dove tuttavia gli accessi scendono sempre di più. A rilevarlo sono i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni, diffusi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

A fine marzo gli accessi complessivi della rete fissa si riducono di circa 130 mila unità rispetto al trimestre precedente (-500 mila unità rispetto a marzo 2018), con Tim che per la prima volta scende sotto il 50%. I dati evidenziano profondi mutamenti nella composizione delle tecnologie utilizzate per la fornitura del servizio: se nel marzo del 2015 oltre il 93% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni questi sono scesi a meno del 55%, pari ad una flessione di oltre 8 milioni di linee.

Nello stesso periodo (marzo 2015 – marzo 2019) sono cresciuti gli accessi tramite altre tecnologie qualitativamente migliori, in particolare quelle in tecnologia FTTC (Fiber to the cabinet) con +6,35 milioni di unità, FTTH (Fiber to the home) con +650 mila unità e FWA (Fixed Wireless Access) con + 680 mila unità. Tale dinamica si riflette in un aumento delle prestazioni della rete in termini di velocità di connessione: le linee con velocità inferiore ai 10 Mbit/s, infatti, rappresentano a marzo 2019 meno del 23% delle linee broadband e ultrabroadband, rispetto al 74% del marzo 2015. Il peso delle linee broadband in tecnologia xDsl per la prima volta scende al di sotto del 50%. Nello stesso periodo, viceversa, il peso delle linee con velocità pari o maggiore di 30 Mbit/s è passato dal 4,5 al 48,5%.

Prosegue a ritmi sostenuti la crescita della banda larga mobile: nel primo trimestre dell’anno poco meno del 70% delle linee “human” ha effettuato traffico dati, con un consumo medio unitario di dati stimabile in 5,4 Gb/mese in crescita del 55% rispetto a marzo 2018.

Nella rete mobile, si registra su base annua una crescita complessiva di 3,4 milioni di SIM: tale aumento è dovuto all’incremento delle SIM M2M, cresciute di 4,7 milioni di unita, mentre quelle “solo voce” e “voce+dati” si sono ridotte di 1,2 milioni di unità. Tim si conferma leader di mercato (30,5%), seguita da Vodafone e Wind Tre con una quota intorno al 29%. Il nuovo entrante Iliad, nei primi nove mesi di attività, rappresenta il 3,2% del mercato.

Tuttavia, se si considerano unicamente le SIM “human”, escludendo quindi le M2M, il nuovo operatore raggiunge il 4,0%, mentre Wind Tre, nonostante una quota in calo di 2,9 punti percentuali su base annua, rimane il principale operatore con il 32,1%.