Roma, 21 ott – Il Parlamento britannico deve pronunciarsi “a favore o contro” l’accordo raggiunto dal primo ministro Boris Johnson con l’Unione europea. Downing Street ha ribadito stamane la sua posizione, dopo l’approvazione di un emendamento che prevede il voto sull’accordo solo dopo che siano state varate le norme attuative. Il capo del governo di Londra, si legge oggi sulla Bbc, ora vuole che i parlamentari diano un chiaro “sì” o “no” all’accordo già oggi. “Non possiamo permettere alla lettera del Parlamento di ostacolare il Parlamento”, è il pensiero di Johnson, secondo quanto trapela da Downing Street. Spetterà allo speaker della Camera, John Bercow, decidere se consentire il voto.
L’allusione è alla lettera inviata sabato, a ridosso della mezzanotte, e non firmata da Johnson, con cui la Gran Bretagna ha richiesto all’Unione europea una nuova proroga sul processo di Brexit. Ad essa ha fatto seguito una seconda lettera, in cui invece il primo ministro spiega perché sarebbe un errore ritardare ancora il divorzio.
Oggi il governo farà dunque un nuovo tentativo per ottenere un voto significativo alla Camera, chiedendo ai parlamentari una scelta netta tra l’approvazione o il rifiuto dell’accordo negoziato da Johnson con Bruxelles. Se lo speaker John Bercow consentirà il voto, tuttavia, non è ancora chiaro: il combattivo presidente della Camera dei Comuni potrebbe opporsi, spiegando che l’autorizzazione equivarrebbe a discutere due volte la stessa questione.
“L’emendamento di ritardo di Letwin”, che rinvia il “voto significativo” sull’accordo tra governo e Ue sulla Brexit a dopo l’approvazione della legge attuativa dell’intesa, “ha trasformato quella di sabato in una giornata di voto insignificante e ha negato ai parlamentari e all’opinione pubblica la possibilità di porre fine all’incertezza”, ha sottolineato Downing Street. “Il Parlamento ha bisogno di un voto diretto in favore o contro l’accordo: i deputati vogliono rispettare il referendum come sostengono di fare… o vogliono frustrare e cancellare del tutto la Brexit?” fa trapelare l’entourage del premier.