Roma, 7 nov – Sull’economia dell’area euro si conferma “una protratta debolezza delle dinamiche di crescita” assieme alla “persistenza di pronunciati rischi al ribasso e pressioni inflazionistiche contenute”. E secondo la Banca centrale europea “i rischi restano orientati al ribasso”, cioè sono più elevate le probabilità di peggioramenti che di miglioramenti.
In questo quadro, viene ribadito nel bollettino economico pubblicato a seguito della riunione del Consiglio direttivo di fine ottobre – l’ultimo presieduto da Mario Draghi, al quale dal primo novembre è subentrata Christine Lagarde – è stato mantenuto invariato l’orientamento espansivo della politica monetaria, confermando il pacchetto di stimoli deciso a settembre.
Pacchetto che include soprattutto la ripresa del programma di acquisti di titoli di Stato, scatta a inizio novembre al ritmo di 20 miliardi di euro al mese. Questa e le altre misure messe in campo assicurano “un considerevole stimolo monetario”, prosegue la Bce, e così contribuiranno “all’ulteriore allentamento delle condizioni di prestito per famiglie e imprese, sostenendo l’espansione dell’area euro, l’attuale accumulazione di pressioni interne sui prezzi e quindi la stabile convergenza dell’inflazione sul valore perseguito” dalla stessa istituzione.
Nel frattempo i titoli di stato dell’area hanno mostrato una dinamica poco mossa tra metà settembre e metà ottobre, anche se secondo la Bce si è assistito a un lieve aumento dei differenziali sui titoli di Stato a dieci anni tedeschi, francesi e italiani rispetto il tasso Ois (Overnight Index Swap) privo di rischio, rispettivamente di 3, 5 e 7 punti base. Variazioni marginali quindi.
In Spagna, Portogallo e Grecia, invece, i differenziali sono scesi, rispettivamente, di 9, 15 e 34 punti base. “I differenziali di rendimento dei titoli sovrani sono rimasti sostanzialmente stabili – è il commento della Bce – con un lieve aumento in alcuni paesi nel periodo in esame”.