Roma, 19 nov – Seppure nella top 10 dei Paesi che vendono online, l’Italia è il paese che resta più indietro nelle vendite attraverso l’e-commerce rispetto ai suoi principali concorrenti che, d’altra parte, sono anche i suoi principali mercati di sbocco. Per incidenza delle vendite rispetto al Pil, l’Italia (17%) è più in linea con la Cina (16%) e l’India (15%) che non con gli altri paesi avanzati, che oscillano tra l’84% della Corea del Sud e il 28% della Francia. E’ la fotografia scattata da Confindustria nel rapporto “Esportare la Dolce vita”.
Il “bello e ben fatto” italiano richiede la valorizzazione su spazi virtuali dedicati, che riescano a mettere in risalto i punti di distinzione rispetto a beni simili ma non eccellenti e, ancor peggio, a contraffazioni. Peraltro, l’osservatorio dell’e-commerce del Politecnico di Milano ha sottolineato come le vendite online più elevate siano state realizzate nell’alimentare e nell’abbigliamento, ossia nei settori inclusi nelle “tre F”, che rappresentano i pilastri del bello e ben fatto. La sfida è tanto grande quanto inevitabile.
L’Italia fa parte della top 10 del ranking internazionale degli esportatori, dove compare al settimo posto; il suo posizionamento migliora sensibilmente se si fa riferimento alla classifica dei soli beni finali di consumo, in cui è terza dopo Cina e Germania. A questo posizionamento corrisponde un paniere di esportazioni estremamente diversificato: l’Italia vanta il primo posto in assoluto per equilibrio nella distribuzione dell’export tra i diversi prodotti.