Il nostro Paese è fra i più ricchi d’Europa in quanto a patrimonio artistico e culturale, ma ben pochi sanno che è anche tra i più ricchi di natura, con un valore economico legato al suo capitale naturale che supera i 58 miliardi di euro considerando solo le risorse idriche, la prevenzione dalle alluvioni, l’impollinazione agricola e le attività ricreative. Il dato è contenuto nel Terzo Rapporto sullo stato del capitale naturale d’Italia, datato 2019 e riferito al 2018 su un’analisi dell’Ispra. Nei giorni scorsi è stata presentata la quarta edizione del rapporto, con la quale non è però possibile stabilire un paragone sul dato complessivo perché arricchito da voci non calcolate nella precedente relazione. Ma poco cambia nella sostanza: il capitale naturale costituisce una risorsa economica per il nostro Paese.
Green Deal
Dal Ministero della Transizione ecologica hanno spiegato che “il Rapporto è stato predisposto tra novembre 2020 e marzo 2021, con la necessità di preservare e ripristinare il capitale naturale per garantire una ripresa duratura è riconosciuta dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile e dal Green Deal europeo”. Nell’impostare questa quarta edizione, gli esperti hanno concordato sull’importanza strategica di tenere in considerazione questi fattori nell’ambito della transizione economica prevista dal Next Generation EU, da sviluppare attraverso il nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui il 37% dovrà essere dedicato alla biodiversità, ad azioni per il clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici, anche in virtù dei nuovi impegni comunitari derivanti dalla Strategia europea per la biodiversità al 2030 e alla Strategia ‘Farm to Fork’ per una migliore sostenibilità ecologica di tutta la filiera agroalimentare.