Il procedere della campagna vaccinale e il conseguente allentamento delle restrizioni sociali cominciano a far sentire il proprio effetto anche sull’occupazione. A rilevarlo l’Osservatorio lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza a cadenza mensile le tendenze dell’occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole dal 2014, all’inizio della stagione di riforme che ha profondamente modificato il mercato del lavoro italiano.
La mini-ripresa
A marzo di quest’anno l’occupazione tra i le piccole imprese risulta in aumento in termini sia congiunturali (+0,4%) sia tendenziali (+0,8%). Una mini-ripresa, ma che rappresenta un dato comunque molto incoraggiante: su base annua si tratta del primo incremento dopo ben sette mesi contraddistinti dal segno negativo. E poco importa se la crescita sia dovuta a rapporti di lavoro non fissi, contrattualmente inquadrati come “tempo determinato” e “apprendistato”. L’aumento dell’occupazione su base annua è frutto del combinato disposto della crescita rispetto allo stesso mese del 2020 di assunzioni (+12,7%) e del crollo delle cessazioni (-24,6%). In particolare, gli incrementi hanno riguardato le posizioni a tempo determinato (+37,4%) e l’apprendistato (+39,8%) mentre, in un anno, sono calate addirittura del 22,2% le assunzioni a tempo indeterminato.
Le cessazioni
Sul fronte delle cessazioni l’Osservatorio lavoro CNA registra la 12esima contrazione consecutiva, attribuibile più che altro alla diminuzione delle assunzioni a termine a partire dallo scoppio dell’emergenza che di conseguenza oggi determina cessazioni al lumicino. Le protezioni inserite a salvaguardia dei contratti a tempo indeterminato sembrano aver avuto relativamente meno peso: le cessazioni in questo ambito sono salite del 16,9%.