Il 2021 si conferma come un anno di transizione anche per il made in Italy, caratterizzato da un forte rimbalzo dell’economia globale che, seppur con velocità variabili nei diversi mercati di destinazione, apre importanti opportunità per l’export italiano che torna così su quel sentiero di crescita interrotto dalla profonda recessione dello scorso anno.
Un panel d’eccezione
Nel 2021 e negli anni successivi, infatti, l’export del Made in Italy vivrà una ripresa “a macchia di leopardo” con una crescita rapida in alcuni mercati, di mero recupero del terreno ‘perso’ nella crisi in altri e di risalita più lenta in altri ancora. È quanto emerge dal Rapporto Export 2021 dell’Ufficio Studi di SACE e dal titolo “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica”, tradizionale appuntamento giunto alla sua XV edizione e bussola per l’export italiano nel mondo. L’evento di presentazione è stato arricchito dalla partecipazione dei principali stakeholders istituzionali e del mondo delle imprese, tra i quali, Daniele Franco, Ministro dell’Economia e delle Finanze, Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Barbara Beltrame, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione Confindustria e, tra gli altri, Maria Bianca Farina, Presidente Poste Italiane e Presidente ANIA.
Ritorno al futuro per il made in Italy
“L’export italiano è tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica. – ha dichiarato Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE – Stiamo parlando di un vero e proprio “Ritorno al futuro”, da qui il nome della XV edizione del Rapporto Export di SACE, che si propone come una guida per le imprese che devono riformulare le proprie strategie e piani commerciali all’estero nella lettura di questo scenario complesso. L’estrema eterogeneità di questa ripresa non è semplice da decifrare e occorrono, oggi più che mai, chiare coordinate delle opportunità sia a livello settoriale che geografico”.
I numeri
Il generale miglioramento delle prospettive macroeconomiche si riflette in una minore incertezza generale e, secondo le stime di Oxford Economics, il PIL globale è atteso avanzare di circa il 6% nel 2021, recuperando la contrazione del 2020. Dal 2022, il sentiero di crescita è previsto stabilizzarsi su ritmi più contenuti. In questo contesto, SACE stima un rimbalzo dell’11,3% delle esportazioni italiane di beni in valore, che permetterà già nel 2021 un pieno ritorno ai livelli pre-pandemia. Le vendite di beni Made in Italy raggiungeranno, infatti, quota 482 miliardi di euro, per poi continuare ad aumentare del 5,4% nel 2022 e assestarsi su una crescita del 4%, in media, nel biennio successivo. Tale ritmo, superiore di quasi un punto percentuale al tasso medio pre-crisi (+3,1%, in media annua, tra 2012 e 2019), consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di euro di esportazioni di beni. Questa considerevole performance sarà raggiunta anche grazie agli ingenti programmi di ripresa (come il Next Generation EU in Ue e il piano infrastrutturale negli Usa) che genereranno una domanda aggiuntiva. Quanto all’export italiano di servizi, maggiormente colpito dalle misure restrittive legate alla pandemia con impatto negativo soprattutto sul turismo, è atteso un recupero solo parziale nel 2021 (+5,1%). La vera e propria ripresa avverrà nel 2022 quando l’export di servizi tornerà ai livelli del 2019, grazie a un incremento del 35,1%. La crescita proseguirà anche nel biennio successivo a un ritmo medio del 5%, toccando i 120 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione.