Promuovere strategie finalizzate a rendere il web un luogo più sicuro per i più giovani. È questo l’obiettivo dell’evento organizzato ieri da Telefono Azzurro all’Università Bocconi di Milano, alla vigilia del del Safer Internet Day, la giornata internazionale istituita dalla Commissione europea.
Strumenti di tutela
“È un momento storico che ci impone una riflessione sulla promozione di una cultura legata al luogo digitale, specie per i ragazzi”, ha commentato la ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, intervenendo al Safer Internet Day. “La pandemia – ha aggiunto – ci ha fatto capire che è un luogo che ha aperto voragini ma anche crescita. Sono necessari strumenti di sicurezza per questo ambiente. È un mondo che rischia di amplificare disuguaglianze nei confronti dei più piccoli. Sono necessari strumenti di tutela nel mondo digitale. Devono diventare ambienti autentici e umanizzati”.
Il ruolo di Telefono Azzurro
“Vanno formati insegnanti e genitori”, afferma Ernesto Caffo, presidente SOS Telefono azzurro Onlus. “Bisogna investire in informazione ed educazione. Bisogna creare una alleanza tra il mondo della ricerca e il mondo delle istituzioni”, aggiunge ricordando che i 32 anni di Telefono Azzurro. Fino a qualche tempo fa, “le richieste d’aiuto arrivavano dalle semplici telefonate. Oggi invece partono quasi tutte dai canali digitali. Per questo motivo abbiamo voluto dare un’accelerazione alla formazione degli insegnanti che giocano un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani. Bisogna studiare e ricercare soluzioni che vadano nella direzione di un uso corretto di internet. È importante la sinergia tra mondo accademico, associazioni e Istituzioni”.
Generazioni connesse
L’appuntamento con il Safer Internet Day di oggi, accompagnato dal consueto slogan “Together for a better Internet”, prevede un fitto programma di iniziative organizzate dal ministero dell’Istruzione, coordinatore del progetto “Generazioni Connesse”, il Safer Internet Centre, Centro italiano per la sicurezza in Rete. L’evento nazionale si terrà nella sede del dicastero, a Roma, dalle 10, con la partecipazione del ministro Patrizio Bianchi e potrà essere seguito in diretta Youtube. Istituzioni, decisori politici ed esperti collegati si incontreranno con i giovani delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, per approfondire le tematiche del “Better Internet for kids policies” analizzando opportunità e criticità connesse al mondo delle tecnologie digitali.
Le risposte degli studenti
Punto di partenza delle riflessioni della Giornata sono i dati della ricerca realizzata da Generazioni Connesse, in collaborazione con Skuola.net, Università di Firenze e Sapienza Università di Roma (Cirmpa), su un campione di 2.472 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado. Emerge che si riduce il tempo trascorso online dai più giovani. Se tra il 2019 e il 2020 era più che raddoppiata la percentuale di coloro che raccontavano di essere connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno – passando dal 23% al 59% – nell’ultimo anno il dato ha iniziato lentamente a tornare sui livelli pre-pandemia, fino alla più recente rilevazione secondo cui il 42% dei ragazzi è stato collegato al web per un tempo medio così lungo. Meno ore su Internet anche per coloro che si dichiarano “sempre connessi”, che scendono dal 18% rilevato nel 2021 al 12% della prima rilevazione del 2022. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, stima di passare online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa.
L’aumento della sicurezza
Tra gli effetti positivi che il lento ritorno alla normalità sta avendo sulla vita digitale delle nuove generazioni c’è anche una spiccata attenzione per i temi della sicurezza online. Nell’ultimo anno, più della metà dei ragazzi (55%) dice di aver ricevuto indicazioni e informazioni utili per difendersi dai pericoli della Rete. Un dato quasi doppio rispetto a dodici mesi fa, quando appena il 29% affermava di confrontarsi su tali argomenti. Fondamentale il ruolo della scuola: la maggiore diffusione della cultura digitale è dovuta in gran parte all’azione svolta dai docenti. Gli studenti che hanno ricevuto insegnamenti sulla sicurezza online dai loro insegnanti sono passati dal 12% di un anno fa al 31% attuale.
Privacy
Il 68% delle ragazze e dei ragazzi però non ha mai sentito parlare del nuovo regolamento per il trattamento dei dati personali, il GDPR, entrato in vigore nel 2018 e si dichiara preoccupato in merito alla possibilità che i siti web visitati possano condividere le loro informazioni personali con altri. Simili percentuali vengono riportate anche rispetto al tracciamento di cosa fanno online (un po’ preoccupato 52%; molto preoccupato 39%) e a possibili usi non autorizzati dei dati forniti (un po’ preoccupato 65%; molto preoccupato 23%).
Consigli utili
Inoltre, nell’ultimo anno, il 95% degli studenti coinvolti nella ricerca dichiara di aver sostenuto i loro coetanei con consigli e suggerimenti per migliorare la loro esperienza nella dimensione digitale. I più diffusi? Evitare di condividere online dati sensibili, fare attenzione alle persone conosciute in Rete, non diffondere foto e video privati sul web, non condividere informazioni sensibili su altre persone senza il loro consenso, verificare l’attendibilità di chi ci manda link prima di aprirli. Interventi quantomai utili, visto che pur crescendo la consapevolezza sulle potenzialità e sui rischi della Rete, fenomeni come il sexing o il cyberbullismo sono tutt’altro che sconfitti. Solo negli ultimi 2-3 mesi, il 24% degli intervistati racconta di aver scambiato proprie immagini intime, mentre il 7% dichiara di essere stato vittima di atti di cyberbullismo, a cui si aggiunge un 2% di cyberbulli e un 21% di spettatori di tali atti.