Cosimo Pacciani, responsabile del centro studi di gruppo di Poste Italiane, è stato ospite del TG Poste. Nel corso del suo intervento, riprendendo i temi affrontati in occasione dei “racconti di finanza” di BancoPosta dal titolo “2023 aspettative sui mercati o mercati in aspettativa”, Pacciani ha parlato dell’anno appena passato, delle prospettive per il 2023 e delle sfide che i mercati dovranno affrontare.
Le incertezze del 2022
“Il 2022 è stato un anno abbastanza complesso, per cui sono partite una serie di manovre sia di politica monetaria e, in qualche maniera, fiscale, che avevano come obiettivo l’idea di influenzare tutti i fattori macroeconomici e quindi anche ridurre un minimo l’incertezza del periodo post pandemico”. A pesare è anche la guerra, come ricorda sempre Pacciani. Il 2023 è “un anno in cui stiamo ancora aspettando una serie di quantificazioni degli impatti della politica monetaria, perché le banche centrali, sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito e in Europa, hanno continuato a intensificare l’attività di rialzo dei tassi”.
Macroeconomia e politica fiscale
Dal punto di vista macroeconomico il 2022 si è chiuso “con una forma di leggero pessimismo, che è diventato un moderatissimo ottimismo quest’anno. Siamo passati dalla percezione della recessione a un inizio di stagnazione o, probabilmente, di una recessione meno accentuata, soprattutto in Europa”. Si è quindi tutti in attesa di “vedere quanto le politiche comunitarie avranno impatto sull’inflazione”; da qui poi “si capirà come verranno articolate le altre politiche”. Nel 2023 si avrà poi “una maggiore attenzione alla politica fiscale”: bisogna capire come, “a livello europeo e a livello nazionale si cercherà di mantenere investimenti e consumi ad un livello tale da non creare una recessione accentuata”. Osservando questi fattori “vedremo che anno verrà”, tenendo però conto che i numeri, ad oggi, sono “meno negativi di quello che ci aspettavamo”.
L’analisi del Centro Studi
Nei prossimi tempi bisognerà “capire quanto queste crisi esogene e continuate nel tempo, come la guerra e la pandemia, continueranno ad avere un’influenza non solamente sui consumi, ma anche su come le persone affrontano questo periodo”. L’altro aspetto su cui mantenere una certa attenzione “rimane quello dell’inflazione”: è necessario osservare “come le banche centrali decideranno o meno di continuare con la fase restrittiva”. Su questo, secondo Pacciani, “ci sono già dei segnali”: “c’è questo passaggio su come siamo passati dall’inflazione da offerta a quella da domanda”. Secondo il responsabile del centro studi di gruppo di Poste Italiane, “in qualche maniera stanno aumentando i costi di beni e servizi”. Altro tema ancora “rimane quello della adattabilità del sistema economico ai grandi cambiamenti che abbiamo di fronte”. “Proprio in questi giorni – prosegue – a Bruxelles ci sono delle riunioni importanti, nelle quali si decideranno le misure addizionali per supportare”, tra le altre cose, l’economia delle rinnovabili. Quindi il 2023 “sarà un altro anno di transizione in cui ci sarà supporto al mantenimento della crescita regolare dell’economia”.
La situazione in Ucraina e in Europa
Nel corso dell’intervento si è parlato anche del futuro della guerra in Ucraina e della posizione europea: “Da un punto di vista degli aiuti all’Ucraina credo che la direzione sia univoca e che l’Europa continuerà a supportare la nazione”. Dal punto di vista dei temi economici l’Europa invece “andrà avanti sicuramente la versione energetica del Next Generation, con l’idea di continuare il supporto”. Bisogna tener conto che “dal punto di vista delle risorse energetiche abbiamo gli stock necessari per arrivare fino alla fine 2023”, e quindi “c’è bisogno di supporto da questo punto di vista”. C’è poi il dibattito sulla creazione di una specie di fondo sovrano, di cui si parlerà nella seconda metà del 2023, “che sia di supporto a tutte le altre iniziative per quanto riguarda soprattutto il supporto all’innovazione e alle rinnovabili”: questo è il grande tema “che probabilmente verrà discusso anche in questi giorni però ecco il grande cambiamento che c’è molto più consenso ora rispetto alla visione europea delle cose questo è un grande cambiamento”.
Qui sopra, il servizio del TG Poste