tassi e inflazione

Il rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE è l’argomento della rubrica di approfondimento economico del TG Poste “La Bussola del Risparmio”, con la presenza di Eletta Savarino, Economista, referente studi e analisi economiche del centro studi di Poste Italiane.

Il quadro generale

“Fed, Bce e Bank of England – spiega Savarino- hanno rialzato i tassi di interesse in risposta ad uno scenario economico ed inflazionistico in miglioramento. La retorica delle banche centrali non è definitivamente cambiata in direzione della fine dei tassi di interesse, la vera novità è l’inflazione che sta scendendo e le banche centrali ne stanno prendendo atto. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha parlato di disinflazione, ovvero di calo dell’inflazione quindi calo dell’aumento dei prezzi; la presidente della BCE Christine Lagarde ha giudicato i rischi sull’inflazione nell’area euro più bilanciati più di quanto non lo fossero qualche tempo fa. Ma entrambi hanno convenuto sulla necessità di ulteriori rialzi dei tassi di interesse per arrivare ad un livello restrittivo giudicato adeguato.

Verso la fine del ciclo di rialzo dei tassi

La reazione dei mercato è stata in parte sorprendente; Savarino spiega la situazione, con relative preoccupazioni e differenze tra Europa e Stati uniti: “I mercati hanno interpretato in chiave ottimistica la retorica delle banche centrali, scommettendo sul fatto che siamo vicini alla fine dei rialzi, in uno scenario economico che, benché in rallentamento, è comunque migliorato. Quest’ultimo fenomeno è stato confermato anche dalle nuove previsioni del Fmi che hanno sostituito la fase recessiva, pur temporanea e di lieve entità attesa per il 2023 nelle principali macro aree, con un generale “soft landing”. In uno scenario di inflazione in discesa e ciclo economico migliore delle attese i mercati scontano per la Fed un solo ulteriore rialzo di 25 punti base da qui a giugno (collocando quindi il livello di arrivo per i tassi di interesse a 5%). La BCE invece dovrebbe procedere con un altro rialzo di 50 punti base il prossimo marzo e un ultimo rialzo di 25 punti base a maggio con un livello di arrivo del ciclo dei rialzi a 3.75%.

Attenti alla “core inflation”

I prezzi soprattutto in Italia continuano ad essere elevati, con ripercussioni significative sui bilanci delle famiglie e delle imprese. Savarino spiega: “il calo dell’inflazione in Europa è legato soprattutto allo sgonfiamento dei prezzi delle materie prime e in particolare del gas che sul mercato TTF è tornato su quotazioni pre-guerra. Ciò che preoccupa di più, però, è l’inflazione di fondo, la cosiddetta “core inflation” che mostra una forte persistenza e fa fatica a scendere. Questo è il risultato dell’impatto che i rialzi dell’energia e delle materie prime hanno avuto su tutti i principali settori dell’economia. Il risultato di ciò è un’inflazione core ancora sopra al 5% in Europa e al 6% in Italia. L’inflazione è una tassa e pesa sul reddito reale disponibile e sui risparmi; è un fenomeno che va arginato e riportato su livelli che sono più compatibili con la stabilità del sistema”.

Qui sopra, il servizio del TG Poste