Il lavoro del portalettere consente anche di godere di scorci straordinari d’Italia. Come nel caso di Calitri, “la Positano d’Irpinia”, a cui ha dedicato una poesia Giuseppe Ungaretti, ispirato dalle meraviglie del luogo. Un’esplosione di colori e un ambiente naturalisticamente straordinario, dove consegna la posta Elisa Zabatta, calitrana doc. “Per una decina d’anni ho lavorato fuori dal mio paese, fra Nusco e Bagnolo Irpino- dice nell’approfondimento del TG Poste – ma da tre anni sono nel paese che mi ha dato i natali. Lavorare a Calitri per me è stata una rivincita, perché conosco tutto e tutti. Al termine della gita rientro soddisfatta perché sono contenta del mio lavoro, mi diverto lavorando”.
L’orologio che segna la storia
Fra i posti più celebri di Calitri, l’orologio fermo alle 19.37, l’orario in cui il 23 novembre del 1980 una serie di scosse di terremoto devastarono Campania e Basilicata, con molte zone che stanno ancora pagando il conto di quei drammatici minuti: “Non è mai stato ripristinato – spiega Elisa – forse proprio per farne un simbolo che ricordasse a tutti quella fatidica serata”.
Il monumento all’emigrante
Altro simbolo della città è il monumento all’emigrante. “Questo monumento – spiega ancora la portalettere – è stato realizzato da un nostro conterraneo, Fulvio Moscaritolo, per rappresentare tutta la popolazione che nell’immediato Dopoguerra e negli anni 60 è andata a cercare fortuna altrove, in Europa e oltreoceano per offrire qualcosa di meglio alla famiglia, visto che qui tutta l’economia era prevalentemente agricola”.
Qui sopra, il servizio del TG Poste.