Dunque, il servizio di richiesta e rinnovo passaporti sarà disponibile in tutti gli uffici postali d’Italia e non più solo nei piccoli comuni in cui era cominciata la sperimentazione. Affiancando l’amministrazione statale nella gestione di un servizio cruciale, Poste Italiane conferma così di essere diventata una componente strategica del Sistema Paese. È un ruolo che aveva messo a fuoco il Capo dello Stato nell’intervista concessa l’anno scorso a questo giornale. «La capillarità organizzativa di Poste Italiane e la capacità di innovare alla luce delle trasformazioni tecnologiche rappresentano una sicurezza per garantire i servizi a tutti i cittadini e un veicolo di modernizzazione», aveva detto il Presidente Sergio Mattarella sottolineando il ruolo svolto dal servizio postale nel «tenere unita la comunità nazionale». «Va contrastata la desertificazione e vanno promosse nuove occasioni di crescita sostenibile – aveva aggiunto il Capo dello Stato – Per questo i servizi sono fondamentali. In fondo, ed è solo un esempio, le start up per andare incontro al mondo nuovo possono nascere ovunque venga garantito accesso alla digitalizzazione e qualità di vita». Questo, osservava Mattarella, significa proporsi come azienda di sistema.
Un documento “forte”
Va nella direzione indicata dal Presidente l’annuncio che d’ora in poi sarà possibile richiedere o rinnovare il passaporto a uno sportello delle Poste, come già accade con altri certificati dell’Inps, dell’anagrafe o del tribunale. L’annuncio ha avuto grande eco sui media, perché grande era l’attesa di un salto di qualità nell’erogazione di un servizio messo a repentaglio dalle défaillance informatiche, dalla carenza di personale nelle questure e nei commissariati, dalla rapida crescita della domanda e dalle conseguenti lunghe liste d’attesa per ottenere il rilascio o il rinnovo di quel prezioso documento che consente ai cittadini italiani di visitare 190 Paesi senza alcun visto. Perché, forse non è noto, quello italiano è in cima alle classifiche mondiali dei passaporti “forti”, quelli che cioè consentono di varcare un confine senza bisogno di particolari autorizzazioni. L’Henley Passport Index include 199 passaporti e 227 destinazioni e stila il rapporto da una ventina d’anni, aggiornandolo regolarmente con analisi di esperti, riportando le modifiche legislative e di fatto trasformando questa classifica in uno strumento utile per chi si occupa di viaggi ma anche di geopolitica ed equilibri internazionali. Il quarto posto dell’Italia non era però una grande consolazione per le migliaia di connazionali costretti a rinunciare al viaggio per l’indisponibilità del prezioso documento.
Stop ai disagi
L’accordo di Poste Italiane con il Viminale è dunque un’ottima notizia anche per le agenzie di viaggio, particolarmente penalizzate dai disservizi del passato. Si calcola che per l’indisponibilità dei passaporti, nel 2023 siano saltati in media 11,4 viaggi per ciascuna agenzia, a un prezzo medio – trattandosi di viaggi al di fuori dall’Unione europea – di 1.800 euro ciascuno. Ogni agenzia ha accusato mediamente 20.520 euro di vendite non effettuate. Ancora peggio per il segmento Ota (Online travel agency): la media è di 65 viaggi in fumo per circa 116.656 euro di vendite non effettuate per ciascun operatore. A causa di questo “ritardo-passaporti” sono saltati 100 mila viaggi organizzati, con una conseguenza di 180 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio. Tutto questo adesso non potrà più ripetersi. D’ora in poi per avere il passaporto in pochi giorni sarà sufficiente presentare la documentazione direttamente allo sportello dell’ufficio postale, senza doversi recare in questura. Chi lo vorrà, potrà ricevere il passaporto a domicilio. Diminuiranno i disagi per i cittadini e diminuirà anche il carico di lavoro per le questure: molti agenti verranno restituiti alla loro attività principale, che è quella di vegliare sulla sicurezza dei cittadini. E anche di questo può rallegrarsi Poste.