Roma, 6 mar – Il quadro di difficoltà per l’economia
italiana permane. L’Istat, nella consueta nota mensile
sull’andamento della nostra economia, fa notare: “l’indicatore
anticipatore ha registrato una ulteriore diminuzione, confermando le difficoltà dell’attuale fase ciclica dell’economia italiana”. Il mercato del lavoro tiene, ma per i prossimi mesi i segnali sono incerti. La fiducia di famiglie e imprese è peggiorata.

Nel quarto trimestre 2018, il Pil italiano ha segnato una lieve
diminuzione, la seconda consecutiva, caratterizzata da un
contributo negativo delle scorte che ha bilanciato l’apporto
positivo della domanda estera netta e di quella interna. Il
valore aggiunto dei servizi è in aumento mentre si conferma la
fase di difficoltà dell’industria nell’ultima parte dello scorso
anno.

L’occupazione si mantiene su livelli dei mesi precedenti con un
aumento significativo dei dipendenti permanenti. I segnali per i prossimi mesi rimangono incerti. Nel quarto trimestre 2018, il tasso di posti vacanti destagionalizzato, che misura l’intensità delle ricerche di personale da parte delle imprese, ha segnato un incremento rispetto a T3 (+0,1 punti percentuali per il complesso delle attività economiche e per il settore dell’industria, +0,2 punti percentuali per il settore dei servizi). Nello stesso periodo, l’indice grezzo del fatturato delle imprese impegnate nelle attività di ricerca, selezione e fornitura di personale, che solitamente è legato ai movimenti dell’occupazione, ha mostrato un evidente rallentamento (+2,7% la crescita tendenziale nel quarto trimestre rispetto al +10% nel trimestre precedente).

L’inflazione torna ad aumentare ma il quadro complessivo indica un posizionamento su valori storicamente bassi. Gli operatori economici ipotizzano la prosecuzione di uno sviluppo moderato dei prezzi. In un orizzonte di breve periodo, le aspettative degli imprenditori che producono beni destinati al consumo non denotano cambiamenti di rilievo nei loro listini: il saldo destagionalizzato tra intenzioni di rialzi e di diminuzione rimane sostanzialmente stabile sui valori di fine anno. Dal lato dei consumatori, la dinamica dei prezzi per i prossimi dodici mesi è vista in leggera attenuazione, grazie alla riduzione della quota di chi prevede incrementi più rapidi e all’aumento delle attese di diminuzione.

Allargando lo sguardo, il quadro economico internazionale mostra
persistenti segnali di debolezza. L’andamento degli indici
anticipatori compositi dell’Ocse indica il proseguimento
dell’attuale fase di rallentamento.