Roma, 17 lug – La fase di stagnazione dell’Italia perdura e la crescita del Pil nel secondo trimestre resta debole. Lo rileva il modello statistico-econometrico sviluppato per Uvet da The European House-Ambrosetti. L’Uvet Travel Index, sviluppato a partire dai dati storici sui viaggi d’affari raccolti da gennaio 2013 a giugno 2019, ha rilevato per il secondo trimestre del 2019 una debole crescita del Pil reale dello 0,1% con un intervallo di confidenza compreso fra 0% e 0,2%. Perdura quindi la fase di stagnazione dell’economia italiana, anche se non si prevede un nuovo trimestre a crescita negativa come negli ultimi mesi del 2018.

Nel mese di aprile la produzione industriale è crollata dell’1,1% rispetto a marzo portando l’Istat a rilevare la seconda flessione congiunturale della produzione industriale dopo gli aumenti d’inizio anno. Nel confronto tra 2018 e 2019, invece, la contrazione è stata dell’1,5%. La causa principale è la frenata del settore automotive, iniziata già nei mesi conclusivi del 2018 e ancora in atto. Ad aprile 2019 la produzione dell’automotive italiana è scesa del 17,1% rispetto all’anno precedente. I due Paesi europei con il maggior crollo della produzione automotive sono Italia e Germania.

Le difficoltà del settore sono dovute all’introduzione di regole molto stringenti in tema di emissioni e in parte al calo della domanda di nuove auto, che nel 2018 si è ridotta in quasi tutti i principali Paesi europei. Nel mese di maggio, però, è stata registrata una crescita della fiducia d’imprese (dell’1,4%) e cittadini (dell’1,1%) e del tasso di occupazione dello 0,4% su base annua raggiungendo il 59%, dato che rappresenta un record storico perché si tratta del livello più alto mai raggiunto dall’Italia da quando esistono le serie storiche di Istat anche se il Paese resta al penultimo posto in Europa. Come probabile effetto dell’avvio della stagione estiva, sono 67mila in più il numero di occupati rispetto ad aprile.

A trascinare gli occupati è il campione degli over 50, con una crescita dell’1%. Mentre il gruppo più giovane (15-24 anni) registra una crescita nulla. Un aspetto preoccupante che viene segnalato anche dall’Uvet Travel Index è l’ulteriore peggioramento della produttività dell’Italia, perché a fronte della crescita dell’occupazione dello 0,4% su base annua corrisponderebbe solo una crescita del Pil reale dello 0,1%.

L’andamento debole dell’economia italiana ha paventato il rischio dell’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea, a cui il Governo italiano ha risposto proponendo l’approvazione di una manovra correttiva. La manovra porterà nelle casse dello Stato 7,6 miliardi di euro di cui 6,1 miliardi frutto di maggiori entrate e 1,5 miliardi derivanti dal blocco delle risorse accantonate e non utilizzate per il reddito di cittadinanza e quota 100.

A richiedere il Reddito di Cittadinanza, infatti, sono state 670mila famiglie, mentre secondo le stime del Governo sarebbero dovute essere 1,8 milioni di famiglie. Anche per Quota 100 le domande effettive sono state 150mila a fronte di previsioni di 330mila persone.