New York, 1 ago – La Federal Reserve ha dato agli investitori quello che si aspettavano: il primo taglio dei tassi dal dicembre del 2008. La banca centrale americana però non ha fornito la chiarezza attesa sulle sue mosse future. Per questo gli indici a Wall Street sono crollati, il dollaro si è rafforzato con i titoli finanziari mentre i titoli di stato americani a due anni sono stati venduti.

La riduzione del costo del denaro di 25 punti base al 2-2,25% era ampiamente prevista. Quello che forse il mercato voleva sentirsi dire era l’arrivo certo di altri tagli da parte della banca centrale americana, che per altro ha messo fine due mesi prima del previsto alla riduzione del suo bilancio gonfiato negli anni della crisi da tre round di acquisto di Treasury e bond ipotecari.

Nel comunicato diffuso alla fine di due giorni di riunione, la Fed ha ribadito un messaggio ormai noto ai trader: “Agirà in modo appropriato per sostenere l’espansione, con un mercato del lavoro forte e un’inflazione vicina all’obiettivo simmetrico del 2%”. In conferenza stampa, il governatore Jerome Powell non ha voluto invece sbilanciarsi. Il taglio dei tassi “ampiamente telegrafato” ai mercati “non è l’inizio di una lunga serie di tagli dei tassi” ma non è nemmeno l’unico che potrebbe esserci, ha spiegato Powell ribadendo che tutto dipenderà dal quadro economico e dai rischi che arrivano dall’estero.

Il taglio dei tassi di interesse deciso dalla Fed non entusiasma il presidente Usa Donald Trump. Su twitter, Trump spiega: “Quello che i mercati volevano sentire da Jay Powell e dalla Federal reserve era l’avvio di una duraturo e aggressivo ciclo di tagli del tasso di interesse, per tenere il passo della Cina, dell’Ue e degli altri Paesi nel mondo”.

“Stiamo vincendo – aggiunge Trump – ma sono certo che non stiamo ricevendo un grande aiuto dalla Federal reserve”.