Roma, 2 set – L’economia italiana è “ferma”, l’industria “in affanno”, i servizi “solo in lieve recupero”. Gli investimenti “sono attesi in calo”, migliora di poco lo scenario per i consumi. E’ quanto rileva il centro studi di Confindustria (Csc) nella consueta Congiuntura Flash.

“I tassi sovrani sono scesi ai minimi storici, ma lo spread resta ampio – segnalano gli analisti di Viale dell’Astronomia -rischia di fermarsi l’export per la flessione degli scambi mondiali e la Germania in panne. I mercati finanziari segnalano frenata a livello internazionale. Peggiora il rischio hard-Brexit, c’è meno crescita Usa e gli emergenti sono senza slancio”.

Confindustria sottolinea che nel terzo trimestre l’economia “appare ancora debole”, dopo che nel secondo il Pil era risultato piatto. Accanto alla conferma di alcuni segnali di miglioramento, infatti, “perdura una lunga serie di dati negativi – spiega il Csc – che riflettono anche uno scenario globale non brillante e con rischi al ribasso”.

Continua poi la “dinamica negativa” nell’industria: l’indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) segnala una flessione dell’attività nei mesi estivi. La produzione è vista in calo a luglio (-0,3%) ed è attesa in lieve recupero ad agosto, per lo più per ricostituzione dei magazzini. Nel settore dei servizi, invece, il Pmi è ulteriormente salito a luglio, in area di espansione (51,7), dopo che fatturato e valore aggiunto erano tornati a crescere nel secondo trimestre. I dati qualitativi segnalano un moderato incremento degli occupati nei servizi, non nell’industria.

Gli indicatori annunciano una flessione degli investimenti nel terzo trimestre (+1,9% nel secondo). Gli ordini interni dei produttori di beni strumentali sono scesi a livelli molto bassi a luglio-agosto, dice il Csc. La fiducia delle imprese manifatturiere è calata ancora ad agosto ai valori del 2015.

Meglio i consumi: dopo un secondo trimestre a crescita zero lo scenario è migliorato. Gli ordini interni dei produttori di beni di consumo hanno recuperato a luglio-agosto, pur su bassi valori. La fiducia delle famiglie è rimasta su discreti livelli ad agosto, dopo il balzo a luglio, specie per un maggiore ottimismo sull’economia. L’aumento dell’occupazione (+1,2% nei primi 7 mesi) sostiene il reddito.