L’orso Juan Carrito, simbolo dell’Abruzzo, è morto nel tardo pomeriggio di ieri dopo lo schianto con una vettura sulla statale 17 nel territorio di Castel Di Sangro. È stato trasferito nell’Istituto Zooprofilattico di Isernia per l’autopsia. La star dei social era diventata un’icona per la promozione dell’Abruzzo interno grazie alle sue apparizioni e alla convivenza ormai collaudata con la popolazione.

Simbolo del Parco d’Abruzzo

Juan Carrito era uno dei quattro figli di Amarena, il più intraprendente, il più insistente. Spesso, alla sera, arrivava in paese prima a Villalago e poi a Roccaraso e faceva scorribande, arrampicandosi sugli alberi e correndo per strada in contromano. La prima volta l’hanno avvistato a Bisegna, ma si spostava tranquillamente tra Roccaraso e Pescasseroli, nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Per evitare le sue incursioni era stato necessario allontanarlo, far sì che tornasse sulle montagne del Parco, senza stare là dove invece vivono gli uomini.

Star dei social

Lui, un orso di 150 chili, aveva preso troppa confidenza: per lui era più semplice trovare il cibo nei pollai, nei cassonetti e nelle pasticcerie, piuttosto che procurarselo tra i boschi come tutti gli altri orsi. Ma Juan Carrito doveva tornare a fare l’orso e, dopo varie battute delle guardie del Parco impegnate a trovarlo sulle montagne di Roccaraso e 394 turni di controllo, fu catturato e portato nei boschi della Maiella che non conosceva, tra i suoi simili. Intorno al collo, così da non perderne le tracce ed essere sicuri di rintracciarlo, aveva un collare con un gps. Ma dopo pochi mesi era di nuovo a Roccaraso. Ha fatto il giro del mondo la sua foto alla stazione di Roccaraso, una delle tante volte in cui è stato fotografato a passeggio lungo i binari: era il 3 marzo del 2022. L’ultimo avvistamento risale alla giornata di domenica sui campi da sci dell’Aremogna. Poi ieri lo schianto fatale.

Gli orsi bruni in Italia

Simbolo del parco d’Abruzzo, l’orso bruno marsicano è una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi e dunque rappresenta un endemismo esclusivo dell’Italia centrale. Grazie a recenti ricerche scientifiche si è stimata una popolazione di circa 50 esemplari nel territorio del Parco e zone limitrofe. La popolazione più numerosa si trova proprio sull’Appennino centrale, compresa quasi interamente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise da dove si sta lentamente espandendo nelle aree circostanti. Il secondo nucleo si trova nel Trentino occidentale (più precisamente nella zona nord-orientale del Brenta) ed è costituito da circa 20 esemplari, reintrodotti dalla Slovenia negli ultimi dieci anni. Il terzo nucleo, anche se ancora instabile, si sta ricostituendo sulle Alpi orientali (Tarvisiano, Alpi Carniche e Dolomiti Bellunesi) grazie alla colonizzazione spontanea da parte di esemplari provenienti dalla Slovenia.

La tutela dell’orso marsicano

Sono diverse le iniziative del parco per tutelare questo particolare tipo di orso. Come si legge sul sito del parco, tra le attività di gestione per la tutela dell’Orso bruno marsicano, il monitoraggio della popolazione ha avuto sempre una parte rilevante: il parco utilizza sia le classiche tecniche di rilevamento su campo, come la ricerca di peli o impronte, sia tecniche di monitoraggio genetico. Aver chiaro il numero di orsi è fondamentale per poter studiare interventi volti alla salvaguardia della specie, come l’implementazione di sistemi di gestione della zootecnia compatibili con la presenza dell’orso e l’Incremento della disponibilità di cibo, magari attraverso la messa a dimora di piante di ramno particolarmente appetite, come è accaduto, tra il 2010 e il 2014, grazie al progetto LIFE. Fondamentale è garantire anche una serena convivenza dell’orso con le persone che abitano nei vicini centri urbani: infatti l’orso ha bisogno di grandi spazi per sopravvivere, che si estendono oltre i confini del parco, e non è raro vederli “passeggiare” per i campi. Per questo il parco garantisce la manutenzione di una serie di recinsioni elettrificate, poste a protezione di alcune aziende agricole del luogo, oltre ad un servizio di intervento nel caso di avvistamenti dell’orso vicino ai centri cittadini e un sistema per risarcire i danni causati dagli animali. A questo si aggiungono diverse attività di sensibilizzazione, volte a spiegare come comportarsi nel caso di incontri con gli orsi.