Roma, 19 mar – È allarme per l’economia del Mezzogiorno. La forbice con il resto del Paese e, soprattutto con il Nord Italia, dopo aver mostrato un contenimento tra il 2015 e il 2017, si riaffaccia a partire dal 2018 ed il recupero delle posizioni ante crisi (2008) si sposta al periodo 2028-2030. È quanto emerge dallo studio pubblicato dall’Osservatorio Banche-Imprese.
La quota del valore aggiunto totale del Sud sul valore aggiunto totale nazionale, nel corso degli anni, si è ridotta fino al 22,8% nel 2018. Le proiezioni per il periodo 2019-2023 confermano la dinamica degli anni passati con il peso del Mezzogiorno che è destinato a ridursi fino al 22,6% nel 2023.
La dinamica dell’occupazione dovrebbe, in sostanza, seguire e replicare la dinamica del valore aggiunto.
Per l’Obi il Mezzogiorno “va posto al centro della politica economica ed industriale del nostro Paese che, nell’attuale contesto economico internazionale, non può più permettersi di essere ancora a due velocità e men che meno a sola trazione Nord”. È dunque necessario “creare le basi per una maggiore integrazione all’interno del Meridione e tra quest’ultimo e le altre aree del Paese”.