Roma, 6 dic – Continuano a crescere gli investimenti delle imprese italiane per l’innovazione digitale, che registrano il segno più per il quarto anno consecutivo. Nel 2020 il budget Ict aumenterà in media fra il 2,8% e il 2,9%, trainato dalle grandi imprese, che prevedono un incremento nel 45% concentrato soprattutto su tecnologie come Big Data Analytics, Cyber Security e sistemi Erp, mentre solo il 23% delle Pmi destinerà più risorse, in particolare per sistemi Erp, CRM e Mobile Business. Per gestire i processi di innovazione le imprese prevedono di aprirsi a nuove idee e a modelli organizzativi collaborativi provenienti in particolare da startup, università-centri di ricerca, aziende non concorrenti. Sono alcuni risultati della ricerca degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano
Un fenomeno che è già realtà tra le grandi imprese: il 73% ha avviato iniziative di Open Innovation e circa i due terzi hanno attivato collaborazioni con startup (35%) o hanno in programma di farlo (27%). Mentre appaiono ancora in ritardo le Pmi, fra le quali solo il 28% adotta pratiche di innovazione aperta e appena il 4% lavora insieme alle nuove imprese innovative.
L’Innovation Manager sta iniziando a entrare nelle aziende, con oltre il 30% delle grandi imprese che ha già creato un ruolo o una Direzione Innovazione. Il Mise ha introdotto un albo dedicato a questa figura professionale e un voucher a fondo perduto per le Pmi. Una misura importante, anche se i 75 milioni di euro complessivamente stanziati permetterebbero di sostenere non più di duemila imprese: oggi ne è a conoscenza appena il 32% delle Pmi e fra queste soltanto l’11% ha intenzione di usufruirne.
Nelle stime per il 2020 le risorse destinate agli investimenti digitali aumentano nel 45% delle grandi imprese e nel 23% delle Pmi, con un tasso di crescita fra il 2,8% e il 2,9% (più elevato del +2,6% del 2018). Il 27% del campione prevede un aumento del budget superiore al 10%, il 18% compreso fra l’1% e il 10%, il 47% lo lascerà invariato e soltanto l’8% lo diminuirà.