In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne celebrata il 25 novembre in tutto il mondo, Poste Italiane ha presentato alle Poste Centrali di Bassano, la mostra “Il voto delle donne, la storia di un diritto illustrata dai francobolli”. L’esposizione è stata ideata da Chiara Simon, curatrice del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Trieste in collaborazione con Simonetta Freschi, Ester Pacor, Camilla Pasqua.
Al fianco delle donne
Con questa iniziativa Poste Italiane conferma il proprio impegno al fianco delle donne con una serie di scelte per il sostegno economico e l’integrazione sociale, grazie ad una cultura aziendale libera da stereotipi di genere. In particolare, sostenendo il 100% della retribuzione nei cinque mesi di maternità e durante il congedo e annullando le differenze di genere nella retribuzione. Poste Italiane è in prima fila per il sostegno alle donne anche attraverso attività di sensibilizzazione e il programma di inclusione lavorativa per le donne uscite dai centri antiviolenza.
Azioni concrete
Nel 2020 Poste ha sostenuto le comunicazioni del Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la violenza sulle donne. In particolare, sui monitor dei 7.000 sportelli Postamat Atm sono stati visibili i messaggi istituzionali, il numero verde e l’app 1522 per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di violenza, stalking e maltrattamento. Il progetto del Gruppo Poste Italiane “Inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza” ha ricevuto il primo Premio CSR Coup de Coeur Award 2020 da PostEurop per aver sostenuto l’inserimento di donne vittime di violenza in un percorso formativo e lavorativo che consentisse loro di porre le basi per l’indipendenza economica, sulla quale fondare il recupero di sé e della propria autonomia.
Autonomia abitativa
Inoltre, continua l’impegno di Poste Italiane con il progetto “Autonomia abitativa per le donne vittime di violenza”. In Veneto, il primo risultato di questo progetto è stata l’inaugurazione, nel marzo 2022, di una casa di prima accoglienza a Padova per l’ospitalità gratuita di mamme e bambini in situazioni di emergenza e pericolo. L’obiettivo è quello di supportare le donne e accompagnarle nel percorso di reinserimento sociale attraverso il supporto delle operatrici dei centri antiviolenza della Rete D.i.Re e della Rete nazionale antiviolenza.
Le donne di Poste
Dalla fondazione, nel 1862, Poste Italiane ha dato lavoro a telegrafiste, portalettere, impiegate e dirigenti. Nel 1881 le lavoratrici erano più di 500, venti anni dopo più di 3.000 e nel 1911 oltre 8.000. Persone comuni, ma anche volti noti come la scrittrice Matilde Serao e Teresina Gramsci (sorella di Antonio Gramsci). Da allora la presenza femminile è cresciuta fino ai numeri di oggi: nell’Azienda guidata da Matteo Del Fante, a livello nazionale, la percentuale delle dipendenti è cresciuta dal 54% del 2017, al 55% del 2020 e si proietta verso il 56% nel 2024. Oggi tra i direttori degli Uffici Postali il 59 % sono donne. Il Nord Est rappresenta un esempio significativo per quanto riguarda le quote rosa: in Friuli è donna il 65% dei dipendenti, in Veneto il 58%. In provincia di Vicenza sono attivi 176 Uffici Postali e 36 Centri di Distribuzione nei quali lavorano circa 1300 persone, con la presenza femminile pari al 55%.
La mostra
Per la prima volta le Poste di Bassano diventano un luogo di condivisione culturale a disposizione della cittadinanza. Il percorso espositivo illustra attraverso una trentina di pannelli il faticoso cammino percorso dalle donne negli ultimi due secoli per ottenere il diritto al voto in diversi Paesi d’Europa e del mondo, con un approfondimento dedicato all’Italia. I passaggi più significativi di questo percorso vengono sottolineati dalle riproduzioni delle emissioni filateliche dedicate al tema nelle varie nazioni.
Il percorso espositivo
Si inizia con la Francia del XVIII secolo dove la scrittrice Olympe de Gouges pubblica, nel 1791, “La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”. Una partenza in salita, visto che proprio a causa di questo suo impegno sociale la de Gouges verrà ghigliottinata qualche anno dopo. Ma sono le donne della Nuova Zelanda a conquistare per prime, nel 1893, il diritto di voto, in anticipo anche sulle australiane (1894-1902), inglesi (1918) e statunitensi (1920). All’estremo opposto dell’arco temporale c’è invece l’Arabia Saudita che ha legittimato il suffragio femminile tra il 2011 e il 2015. In Europa il percorso di crescita ebbe inizio nel profondo nord, in particolare nel Granducato di Finlandia, che, nel 1906, riconobbe alle donne anche il diritto di eleggibilità. L’anno successivo fu il turno della Norvegia. Negli anni successivi il processo ha interessato anche il resto d’Europa, concentrandosi soprattutto nella seconda decade del secolo. La mostra dedica inoltre una specifica sezione alle vicende italiane, prima e dopo il 1945.
La mappa del suffragio femminile
Sono molte le sorprese che emergono guardando la mappa del mondo disegnata attraverso le date di legittimazione del suffragio femminile. Ad esempio, Sud Africa, Kenya, Zimbabwe, Azerbaigian, Kirghizistan hanno raggiunto l’obiettivo prima di molte realtà europee. Significativo il caso della Svizzera che “taglierà” questo traguardo solo nel 1971. L’esposizione è visitabile fino al 31 dicembre, durante il normale orario di apertura dell’ufficio: dal lunedì al venerdì, dalle 8.20 alle 19.05, e il sabato fino alle 12.35.