Roma, 13 set – Asseprim, Federazione nazionale dei servizi professionali per le imprese, fa emergere le motivazioni che frenano la crescita dell’occupazione nelle aziende del terziario avanzato, in base all’ultima edizione dell’indagine Asseprim Focus. Come è naturale attendersi in uno scenario caratterizzato da un calo della fiducia nell’andamento generale dell’economia e della loro stessa attività da parte delle imprese che erogano servizi professionali, e da un andamento dei ricavi generalmente inferiori alla soglia di espansione del mercato, le previsioni sull’andamento dell’occupazione nella propria impresa continuano a essere in calo.

“Rileviamo che purtroppo solo il 7% delle imprese prevedono di incrementare i propri addetti, a fronte delle quali ben il 41% prevede tagli occupazionali, in linea con i trend generali di mercato, l’evoluzione delle tecnologie, la loro progressiva introduzione nell’ambito dell’efficientamento dei sistemi aziendali e la costante attenzione al controllo dei costi generali, di cui la componente del lavoro incide in misura rilevante” sottolinea Umberto Bellini, presidente di Asseprim.

In controtendenza, e perciò meritevole di essere segnalato, sta il fatto che nei sei mesi precedenti le aziende che prevedevano incrementi dell’occupazione erano ancor meno e più aziende invece prevedevano di diminuire i propri addetti. E’ un segnale debole ma che merita comunque attenzione perché potrebbe essere alla base di un’auspicabile inversione di tendenza nei prossimi mesi.

“La speranza di un miglioramento dei livelli occupazionali è rafforzata dalla considerazione che tra le aziende che non hanno assunto personale negli ultimi 12 mesi (il 93% del totale, quindi una larghissima maggioranza), ben il 45 % ha dichiarato che in realtà ne avrebbe avuto bisogno; purtroppo nel 66% dei casi le assunzioni non sono state effettuate per una causa esogena, ossia la scarsità di personale qualificato sul mercato. E’ esogena anche un’altra motivazione che ha fortemente influito in senso negativo sulle assunzioni, e cioè la sfiducia per l’instabilità della situazione economica/politica/legislativa. Da rilevare il fatto che soltanto l’8% delle mancate assunzioni dipenda dalla situazione economica dell’impresa”, prosegue Bellini sottolineando come, al di là delle difficoltà oggettive del contesto, quasi la metà delle aziende che offrono servizi professionali sarebbero pronte a incrementare la propria forza lavoro se solo riuscissero a trovare le figure professionali adatte alle proprie necessità.