Un portalettere

“Io, postina in prima linea, in ogni fase della pandemia”: Tiziana, 56 anni, mamma e lavoratrice, portalettere di Poste Italiane a Taranto, ha raccontato la sua esperienza alla Gazzetta del Mezzogiorno.Con l’avvento della pandemia – ha dichiarato al quotidiano la dipendente di Poste – sembrava dovessimo rinunciare al confronto diretto con il cliente, aspetto fondamentale del nostro lavoro. Invece, durante il mio quotidiano servizio, ho avuto un’ulteriore conferma di quanto fossimo noi portalettere un punto di riferimento per la gente comune e di quanto i nostri clienti approfittassero della consegna della posta per interfacciarsi con qualcuno di familiare”.

“La gente torna a sorridere”

Nel pezzo, a firma di Pamela Giufrè, si legge di come nella città di Taranto la corrispondenza raggiunga oltre 83.150 abitazioni e più di 10.500 attività commerciali, tra uffici e negozi. Oggi, come racconta alla Gazzetta del Mezzogiorno Tiziana Ettorre, c’è un po’ più di fiducia: “La gente torna a sorridere. Lo si intuisce dall’espressione degli occhi, anche se la mascherina ancora copre il naso e la bocca”.

Il recapito dell’ottimismo

“Credo che Poste – conclude Tiziana – attraverso il lavoro dei suoi portalettere, sia stata un ponte per uscire da questo periodo buio. Ora il ritorno alla normalità è vicino e si spera gradualmente di poter tornare a vedere i sorrisi così come sono, senza immaginarli dietro una mascherina. Vogliamo lasciarci alle spalle la tristezza della fase più acuta del contagio e recapitare ottimismo nelle case e nelle attività professionali di tutti i tarantini e degli italiani in generale”.