Le Pmi italiane hanno dato prova di resilienza

L’anno scorso il fatturato delle piccole e medie imprese italiane si è contratto in media del 10,6% e i loro margini operativi lordi hanno registrato un calo stimato al 22,8%. Ma il livello di tenuta resta alto: le Pmi “a elevata resilienza” sono il 31% del totale mentre il 59% risulta a “media resilienza”, con solo il restante 10% che sarebbe a bassa resilienza.

Trasformazione digitale

Emerge dal report ‘Deloitte Connect for Europe: Next Generation Eu’. Nella sua parte dedicata all’Italia, lo studio di Deloitte Private afferma che “l’elemento cardine che concorre alla resilienza è la tecnologia e come priorità strategica la trasformazione digitale, sia nel breve che nel lungo periodo”. In particolare il tessuto produttivo italiano al 68% attribuisce “un ruolo primario alla digitalizzazione nel rilancio dell’economia. Quest’ultima è stata spinta proprio dalla crisi pandemica, con un aumento del 23% degli investimenti in questo ambito a contrastare il calo di fatturato e redditività”, aggiunge il report.

Poste al fianco delle Pmi

Proprio sul sostegno alle Pmi, Poste Italiane è in prima fila, soprattutto dall’inizio dell’emergenza sanitaria. A inizio febbraio, il quotidiano economico Milano Finanza ha ospitato l’intervento di Maurizio Pimpinella, presidente dell’Apsp (Associazione prestatori servizi di pagamento) sul ruolo di Poste, di concerto con le amministrazioni locali, nella crescita delle Pmi. Pimpinella ha spiegato che, essendo tra le “istituzioni di prossimità territoriale”, Poste può spingere la digital transformation a supporto delle Pmi nel passaggio epocale che stanno affrontando e che la pandemia ha reso urgentissimo. Per consolidare queste istituzioni come punto di riferimento per gli imprenditori “è importante assecondare l’approccio collaborativo, arricchito dalle esperienze e dalle professionalità in ambito innovativo-digitale che dovrebbero essere acquisite attraverso collaborazioni ad hoc e un costante affiancamento da parte dei partner”. Nello specifico si tratta “di un approccio innovativo anche al mondo del lavoro – continua Pimpinella – in grado di dare una seconda vita professionale a centinaia di bravi professionisti restituendo loro una parte attiva non solo nel processo di crescita delle imprese ma anche in quello del sistema Paese a partire dai territori”.