La presenza fisica sul territorio come punto di forza, il ruolo chiave nella transizione digitale con 20 milioni di identità SPID, lo sviluppo dell’e-commerce e l’ingresso nel mercato dell’energia. L’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, è intervenuto in audizione alla commissione Trasporti della Camera sul piano industriale “Sustain&Innovate 2024” presentato nel marzo scorso.
I numeri di Poste
Nel corso dell’audizione, Del Fante ha ricordato che sono 35 milioni gli italiani che utilizzano i servizi di Poste Italiane e 11 milioni di questi interagiscono quotidianamente con l’Azienda: “Se escludiamo i minorenni – ha sottolineato l’Ad – noi tocchiamo ogni giorno un italiano su tre”; questo avviene attraverso i prodotti, la consegna di circa un milione di pacchi al giorno e le operazioni sul risparmio postale che coinvolgono 27 milioni di italiani, “una clientela – ha aggiunto Del Fante – molto fidelizzata rispetto ai nostri concorrenti”.
L’impegno per il Paese
Del Fante ha ricordato il lavoro svolto da Poste nel periodo pandemico, con l’apertura di tutti gli uffici anche in pieno lockdown e nelle zone rosse. “Siamo l’operatore che ha deciso di dare durante la pandemia il servizio SPID e questo ci ha portato a dare gratis agli italiani oltre 20 milioni di identità digitali su un totale di 24 milioni”. Tra gli altri impegni citati dall’AD, la riduzione del 30% delle emissioni di CO2 del Gruppo, riferibili principalmente alla logistica, entro il 2025, e il raggiungimento della neutralità entro il 2030.
Risparmio e presenza fisica
Per quanto riguarda i prodotti finanziari, Poste continua con una politica di espansione che ha “una grandissima attenzione al profilo di rischio”. Ripagare la fiducia dei clienti significa per Poste Italiane soprattutto esserci: “Abbiamo fatto della nostra presenza fisica, come grande rete di distribuzione del Paese rimasta sul territorio anche negli ultimi anni, il nostro fattore di forza andando addirittura a potenziare la nostra presenza”. Contando anche le cosiddette reti terze, come tabaccai e stazioni di servizio dell’Eni, la presenza dell’Azienda può contare oggi su 37.000 punti Poste. “Questo – spiega Del Fante – ci permette di dire che il 94% degli italiani ha al massimo a cinque minuti di distanza un ufficio di Poste Italiane e questo è chiaramente un grande valore per Poste; ma crediamo che sia anche un grande valore di sistema”.
Italia modello per il digitale nella PA
La presenza fisica di Poste è, secondo Del Fante, “la base ideale per accompagnare l’evoluzione digitale delle abitudini dei nostri clienti. È quasi un paradosso – prosegue l’Ad – ma crediamo che col supporto del fisico possiamo accompagnare più velocemente la transizione digitale. L’Italia – ha aggiunto – con 24 milioni di SPID è considerata un’eccellenza a livello europeo per la digitalizzazione del rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione”.
La scelta di esserci
“Abbiamo 12.800 uffici e per legge ne dovremmo tenere aperti circa 8mila”, ha poi precisato Del Fante, rispondendo a una domanda dei parlamentari in merito ai piccoli comuni. “Quindi teoricamente dovremmo chiuderne diverse migliaia. Seguiremmo così i soggetti privati nella ritirata dalle aree interne. Addirittura, di queste 4mila teoriche che dovremmo chiudere, 1.400 erano state approvate per la chiusura non più di cinque anni fa. Era formalizzata la chiusura attraverso l’approvazione dell’Agcom e del ministero competente”, ha continuato l’Amministratore Delegato. “Noi abbiamo deciso, già sentendo il grido di dolore che nasceva sia dal territorio che da voi rappresentanti del territorio a Roma, di non chiudere. Decisione che abbiamo preso nel 2018, prendendo l’impegno coi sindaci dei comuni minori di rimanere lì”.
Il mercato dell’energia
Del Fante ha poi confermato l’ingresso di Poste nel mercato dell’energia nel primo trimestre 2022 che aiuterà la “fisiologia del mercato”. L’Amministratore Delegato di Poste ha ricordato che in Italia sono state “autorizzate 690 aziende a vendere energia elettrica e 473 aziende a vendere gas”. E ha aggiunto: “Crediamo che ci sia posto anche per noi”. L’Amministratore Delegato ha spiegato che l’Azienda si è confrontata “con tutti i principali operatori, che poi sono spesso aziende anche di Stato, con controllo partecipazione” e “il nostro arrivo è guardato favorevolmente, perché purtroppo tante di quelle autorizzate non danno garanzie di affidabilità”.