Vico del Gargano, completati i murales tra i vicoli del borgo

Tutto nasce dall’iniziativa, ideata da DDuMstudio, finalizzata a valorizzare la biblioteca ‘Giuseppe del Viscio’ e a creare un percorso artistico-culturale diffuso nel borgo di Vico del Gargano. Partendo da quest’idea, gli artisti Salvo Ligama, Nadia Groff, Lorenzo Tomacelli e Alessandro Suzzi – coordinati da Giulio Mandrillo, Laura e Chiara Pirro di DDuMstudio – hanno lavorato a Vico del Gargano per una settimana, portando a termine quattro murales. Percorrendo i vicoli e le stradine della cittadina che rientra tra i Borghi più Belli d’Italia e sorge su un promontorio roccioso tra il mare e la Foresta Umbra, sarà possibile andare alla scoperta delle opere realizzate grazie all’innovativo progetto “L’arte urbana accende i lumi sull’ecologia”, la cui finalità è valorizzare la Biblioteca “Giuseppe del Viscio” e far riflettere su tematiche attuali e importanti. Energia, Oceani e Foreste, Suolo e Atmosfera, Borghi e Cibo sono i sette temi scelti per esaltare e valorizzare quattro luoghi del patrimonio diffuso di Vico, luoghi spesso poco conosciuti all’interno del classico itinerario turistico.

La Dea Atena come un vaso di Pandora

Salvo Ligama ha raccontato l’Energia in via Sbrasile ispirandosi ad Atena, dea della saggezza. Atena, colei che difende e consiglia gli eroi, istruisce le donne industriose, orienta i giudici dei tribunali, protegge i fanciulli ma che, quando è in collera, diventa spietata. Nell’opera del pittore murale siciliano la Dea si divide in tre parti per dare spazio alla natura che, istintiva e primordiale, non si cura di nulla. «Ho immaginato la Dea Atena come un vaso di Pandora dal quale cresce l’Opuntia, pianta della famiglia dei cactus», spiega Ligama che aggiunge: «Il fico d’india, icona della mia Sicilia e legame con i luoghi del Gargano, cresce spontaneo e impetuoso. È simbolo di energia, una forza naturale che sorge dalle pietre della storia, così come dalle rocce del Gargano: un’energia fatta di verde e di spine, che offre frutti dai colori meravigliosi».

Oceani e Foreste in via Rostagno

Alessandro Suzzi (Gods In Love) ha interpretato Oceani e Foreste in via Rostagno con un’opera che invita a riflettere sull’impatto che ha l’uomo sulla natura e i suoi abitanti. «Gli oceani, popolati da pesci fantastici, murene e anguille che si fondono e mescolano nell’acqua. Le foreste, abitate da uccelli, cervi, cinghiali e animali possenti. Nel mezzo l’uomo, con le sue mani, troppo spesso matrigne, sempre avide di manipolare lo spazio naturale, la genetica della flora e della fauna, il mondo del selvaggio. Con i suoi piedi, pronti a calciare, a calpestare luoghi che non gli appartengono; con i suoi occhi, pronti a catturare e scrutare mondi che invece dovrebbe proteggere», racconta l’artista e grafico calabrese.

Il suolo che dialoga con l’atmosfera

Nadia Groff, con il suo tratto esuberante e gioioso, invita a riflettere su Suolo e Atmosfera in via Fuoriporta. «Il suolo – popolato da buffi personaggi che in esso trovano rifugio – dialoga con l’atmosfera in un incontro di elementi sovrapposti ed intersecati. Questo binomio dà vita ad un insieme travolgente di forme fluide, che grazie alla scelta cromatica, vogliono travolgere lo spettatore con la loro energia. L’elemento di terra e l’elemento di aria, seppure su due diversi livelli, si uniscono in un unico abbraccio, portando l’osservatore in una dimensione quasi fiabesca», spiega la visual designer trentina.

Le arance vichesi protagoniste in piazza Mercato

Lorenzo Tomacelli ha reso omaggio agli agrumi del Gargano con la sua opera su Borghi e Cibo in piazza Mercato. «Agli inizi del ‘900 le arance vichesi vennero esportate anche in Nord America, e durante le carestie furono una fondamentale fonte di sostentamento per la comunità. Attualmente è in atto una riscoperta del valore non solo gastronomico, ma anche culturale di questa tradizione. Tuttavia il borgo di Vico del Gargano, negli ultimi tempi, ha subito uno spopolamento e ha visto anche l’abbandono di questi preziosi frutti», racconta l’artista e illustratore pugliese che ha scelto di raffigurare una donna che porta con sé lo spremiagrumi. Un messaggio per la riscoperta e la salvaguardia di sapori e usanze antiche.

Ripensare i concetti di “felicità” e “pubblica utilità”

«In tanti, nei giorni passati, si sono fermati a guardare il lavoro degli artisti che erano all’opera a Vico e ad interrogarsi su cosa stessero facendo. Crediamo sia fondamentale partire dagli abitanti, da chi vive il borgo e lo attraversa quotidianamente, per sollecitare riflessioni e stimolare sguardi nuovi sui luoghi e su temi di attualità», affermano gli eclettici architetti di DDuMstudio, ideatori del progetto, che aggiungono: «Ripensare il concetto di “felicità” e accostarlo a quello del sapere come “pubblica utilità” può essere la chiave per restituire valore alle tradizioni, alle ricchezze dei territori e, perché no, per motivare le nuove generazioni ad investire le proprie energie nei luoghi di origine».

25.000 libri per approfondire la storia

Le opere realizzate dagli artisti sono collegate al patrimonio librario della biblioteca – che annovera 25.000 libri catalogati ed è un contenitore unico per lo studio e la conoscenza della storia e della cultura meridionale in epoca moderna – luogo in cui sarà possibile approfondire i temi scelti e la storia. Inoltre, grazie alle targhe interattive con QR code posizionate vicino alle opere, chiunque avrà la possibilità di sapere di più sui temi, sugli artisti, sulla storia di Vico che affonda le radici nel ’700. All’epoca, infatti, le Accademie illuministe europee interpretarono il sapere in chiave diversa: non più fine a sé stesso ma disponibile per il territorio, al fine di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Tra quelle Accademie c’era anche quella “viciense” che risvegliò le coscienze degli abitanti locali, facendo di Vico l’unico centro illuminista del Gargano di cui oggi si abbiano fonti documentate.