Lo spazio multimediale di “Poste Storie” rappresenta un’inestimabile fucina di oggetti, strumenti e testimonianze che collocano in primo piano gli straordinari sviluppi della tecnologia postale nel corso degli anni. In mostra a Piazza San Silvestro, c’è anche telegrafo a tastiera, che rappresenta uno degli strumenti tecnologici che, nei primi anni di sviluppo, ha caratterizzato il lavoro delle Poste. Fu inventato da David Hughes e rappresenta un perfezionamento del telegrafo di Morse, elevando tuttavia la trasmissione a più di 1500 parole all’ora.
Esposto a Piazza San Silvestro
Il telegrafo è la prima grande rivoluzione nel mondo della comunicazione. E anche le Poste lo utilizzano. La possibilità di lavorare alle Poste, utilizzando questo strumento, è riservata in principio solo a vedove, figlie e sorelle nubili di impiegati deceduti o grazie all’autorizzazione del marito, clausola che decade nel 1919. Tra gli oggetti e i cimeli esposti nello spazio multimediale di Poste Storie, vi sono anche alcuni esemplari di telegrafo a tastiera, che cattura l’attenzione del visitatore per via della sua caratteristica forma, che lo avvicina molto ad una sorta di piccolo pianoforte.
La posta pneumatica
Ma a Poste Storie vi è spazio anche per la Posta Pneumatica. Questa viene introdotta in Italia nel 1911 come modalità alternativa al trasporto urbano di superficie. La posta per strada, dunque, in quegli anni viaggia con difficoltà per via del traffico intenso, mentre la posta pneumatica può viaggiare sottoterra: a Milano, Roma e Napoli si scavano delle condutture sotterranee attraverso le quali viaggiano bossoli contenenti lettere e telegrammi. I bossoli venivano spinti nelle condutture da turbine, le quali producevano aria compressa. Ogni bossolo poteva viaggiare all’eccezionale velocità di 35 km orari. In tal modo la corrispondenza poteva giungere rapidamente presso il centro di recapito della città. Nel secondo dopoguerra, le reti si sviluppano fino a raggiungere oltre 100 km complessivi. La posta pneumatica va in pensione negli anni Ottanta, ma sopravvivono di certo le sue condutture ed a Roma, alcune società di telecomunicazioni se ne sono avvalse per farvi passare cavi in fibra ottica per cablare così la città.
L’Ufficio Postale da campo
Ma un eccezionale luogo di comunicazione è anche l’ufficio di posta militare da campo, che rivive tra i cimeli e gli oggetti più caratteristici esposti a Poste Storie. Durante la Grande Guerra, le Regie Poste giocano un ruolo fondamentale al fronte, grazie proprio all’ufficio postale da campo. Un’organizzazione logistica appositamente studiata crea un filo conduttore tra la trincea e i territori di appartenenza e le dimore dei soldati, tra militari e i loro cari. La posta militare supera nettamente per volume ed efficienza, la posta civile. In particolare, negli uffici postali militari, vengono movimentati 4 miliardi di lettere e cartoline, durante i quattro anni di guerra. Due miliardi e mezzo vengono spedite dai militari, un miliardo e mezzo sono invece quelle ricevute. E non mancavano neppure i pacchi.
“Poste Storie” è aperto al pubblico, presso l’Ufficio Postale di Piazza San Silvestro, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 12.