Polis: in viaggio nell’ufficio prototipo, dove il futuro è già presente

Il futuro di Poste, questa volta, arriva come un ufo che atterra nel bel mezzo di un borgo medievale. Arriva portando nuovi servizi, e inizia il suo viaggio da una incantevole cittadina della provincia italiana. Immaginate, dunque, questo articolo non solo come una cronaca, o come una anteprima, ma come la scena iniziale di un film di fantascienza girata da un regista alla Stanley Kubrick, che si esercita in uno dei suoi leggendari piani sequenza, quelli in cui nessun taglio di montaggio interrompe la ripresa. Immaginate la cinepresa che inizia a girare lentamente intorno a un inconfondibile edificio a un unico piano in stile moderno, costruito nel 1981, a pianta quadrata, tutto in cemento armato, con moduli prefabbricati, e una particolarissima lavorazione a rilievo ondulato – sempre in cemento – che corre tutta intorno al profilo alto dell’edificio, e che circonda, come una corona, il terrazzo: quel fregio a rilievo era l’unico vezzo stilistico dell’austero progettista, tra poco scopriremo il suo significato “segreto”.

Una questione di dettagli

Premessa: state guardando da vicino uno dei migliaia uffici costruiti da Italposte fra gli anni settanta e ottanta, fino a ieri uguali in tutto il Paese, dal nord al sud dello Stivale, un unico “format”. Quando nel nostro immaginario film il punto di vista della cinepresa si solleva, e si libra in alto, come trasportato da un drone, scoprite – solo dalla veduta aerea – altri due dettagli importanti: il primo, che ci troviamo in una incantevole cittadina del Lazio, Campagnano, e che questo ufficio postale appena ristrutturato sembra davvero una navicella spaziale atterrata nella piazza più importante del centro storico, perché quasi tutti gli altri edifici sono antichi. Il secondo: quella lavorazione intorno al profilo dell’edificio era immaginata proprio per essere vista dall’alto, in pianta, e (da questo punto di osservazione) appare come un grande profilo fustellato tridimensionale di cemento, che gira intorno all’edificio, facendolo sembrare un enorme francobollo. Ecco “il segreto”: intuibile solo dai più perspicaci. Visibile solo dal cielo: il francobollo architettonico a tre dimensioni. Il terzo dettaglio, infine, è il primo capitolo di un progetto che presto toccherà tutta l’Italia, e ve lo rivelo io. È dentro questo edificio appena rinnovato che è stato attivato il primo prototipo di una nuova generazione di uffici postali: si tratta del Progetto Polis, quello che cambierà il nostro modo di rivolgerci e interagire con la pubblica amministrazione, e che consente a Poste di fare quello che fino a ieri facevano solo i Comuni e gli uffici delle anagrafi, le motorizzazioni. Ovvero fornire ai cittadini documenti di identità, patenti, certificati. File all’anagrafe addio, prenotazioni addio, viaggi e peregrinazioni verso i capoluoghi addio: tutto diventa più facile, più veloce, tutto possibile, per la prima volta, nella più capillare rete di uffici pubblici di cui il Paese disponga.

La filosofia del restyling

Così, se torniamo a quel piano di sequenza, intorno al cubo di cemento armato anni Ottanta, insieme all’uomo che ha seguito questo progetto scopriamo tante cose: che l’edificio è stato ripulito, dipinto, che ha visto il suo giardino sgombrato e reso accessibile a tutti, visto che in questo modulo, storicamente, quello spazio era chiuso al pubblico e riservato solo ai mezzi dell’ufficio. Nel giardino del cubo postmoderno ristrutturato, adesso, trova posto un loggiato colorato tutto di acciaio, una struttura progettata apposta per poter essere montata ovunque, in qualsiasi spazio pre-esistente. E a raccontare tutto questo è Paolo Fabozzi, Responsabile Ingegneria Area Immobiliare Centro, che mi illustra con grande passione la filosofia di un restyling che è stato sia architettonico che concettuale: “Abbiamo ridisegnato gli spazi. Abbiamo circondato con un profilo giallo Poste il terrazzo dell’ufficio, abbiamo introdotto un sistema di luci a led nei solchi delle fustellature di cemento delle facciate, per illuminare l’edificio e rendere coreografiche le sue particolari caratteristiche”. Non solo: “Il terrazzo, protetto da questa cornice, che li maschera, ospiterà pannelli fotovoltaici di ultima generazione grazie i quali l’ufficio diventerà autosufficiente, e nel giardino delle colonnine ricaricheranno i veicoli tutti green”. Ma se questa è la struttura, nel piano di restyling c’è anche una grande cura dei dettagli: “Non c’è solo il loggiato prefabbricato dove tutti potranno sedersi a leggere, lavorare o prendere il sole usando il wi-fi dell’ufficio: anche le panchine e le rastrelliere porta biciclette che sono state studiate da Michele De Lucchi, per essere montati subito e in pochi minuti. Ecco la chicca – sorride Paolo – le rastrelliere hanno la forma di faldoni da ufficio stilizzati. E le ruote delle bici si incastrano in queste strettire gialle”. Ma è sulla facciata che è stato fatto l’intervento più importante: “Qui, solo sul lato frontale abbiamo tagliato  i vecchi frangisole in cemento prefabbricato che  nel vecchio progetto Italposte coprivano le finestre”. Così adesso il frontale della palazzina illumina tutto l’ufficio con una enorme apertura: “È una grande finestra sulla piazza principale – spiega Fabozzi – è il sigillo del Progetto Polis che si apre alla Polis, alla comunità”.

Il futuro si fa presente

Quando completiamo il giro davanti all’edificio, e ci fermiamo davanti a quel finestrone, troviamo – che ci sorride da dietro il vetro – la direttrice della filiale, Federica Paoloni, una delle tante che in questa azienda molto mobile è partita portalettere ed è diventata direttrice. Ed è lei che spiega il cuore del progetto: “Con Polis, e con i nuovi servizi, Poste dà il suo contributo alla coesione economica, sociale e territoriale del Paese, soprattutto nei piccoli centri come il nostro. Questo ufficio di Campagnano – racconta con orgoglio – è un prototipo: ed è solo il primo di altri settemila che arriveranno presto, in cui i cittadini potranno richiedere e ottenere documenti, certificati e servizi anagrafici”. Federica fa una pausa per prendere fiato e sorride: “Insomma, diventiamo la più grande centrale di servizi per il cittadino: forse – aggiunge – questo nostro ufficio è davvero una astronave, atterrata a Campagnano, come accadrà nel resto d’Italia, per fornire in un unico luogo tutti i servizi di sportello che fino a ieri i cittadini prima di oggi dovevano cercare in dieci luoghi diversi”. Già: perché con Polis, direbbe Francesco De Gregori, “il futuro si fa presente”.

Qui sopra, il servizio di Postenews.

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