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Un monologo dissacrate sul troppo utilizzo della tecnologia: l’intervento di Alessandro Siani alla terza serata del Festival di Sanremo, che ha chiuso presentando il suo nuovo film “Tanta amicizia” è stato incentrato sull’eccessiva lontananza che quotidianamente abbiamo con la realtà. Ecco il testo del monologo dell’attore napoletano:

Il testo del monologo di Siani

Ormai ogni giorno usiamo troppo il telefono, anche quando andiamo al ristorante: la prima cosa che facciamo è fotografare il piatto. E’ capitato anche a me, avevo una spigola al tavolo e ho fatto 10 fotografie, quando sono andato via la spigola mi ha chiesto se potevo fargli un’altra foto perché era venuta con l’occhio chiuso.

È strepitoso quello che succede con il telefono, addirittura ci vediamo i film. I film è bello vederli al cinema, molti dicono che è meglio vederli a casa, ma anche a casa è complicato vederli: c’è troppa scelta, alla fine scegliamo… il pigiama. Le serie tv mi fanno impazzire ma non posso vedere quattro stagioni per capire chi è l’assassino, io dopo 200esima puntata ho capito chi è l’assassino ma non mi ricordo più chi è il morto. È una follia.

Mio padre non avrebbe mai permesso a me di vedere la televisione e chiudermi in una stanza con il computer. Mio padre mi diceva una cosa sola: spegni la luce! Quando chiesi a mia madre dove avesse conosciuto quel tirchio di mio padre mi rispose a una cena a lume di candela. Diceva: la bolletta la pago io. Ma io avevo 4 anni, ti credo…

La felicità non è stare isolati una stanza: nasce dal movimento, non dall’inerzia. L’amore è una corsa ad ostacoli. Per essere felice ti devi muovere, devi vedere la luce in fondo al tunnel. L’ho fatto tutto quel tunnel, superando gli ostacoli e quando finalmente l’ho finito è uscito mio padre e ha detto: spegni la luce!

Ormai ci stiamo trasformando, l’uso di tablet e computer sta cambiando il nostro corpo. Qual è la verità? Io mi sono emozionato leggendo un articolo in cui un ragazzo diceva “ho molti like, ma pochi amici. Poi a un certo punto ho spento il telefono e si è accesa la vita.

Vi ricordate quel giorno che si è bloccato WhatsApp? Un giovane in una piazza ha chiamato un poliziotto  dicendo: venitemi a prendere non funzionano i social, ho paura. Il poliziotto gli ha chiesto ma dove ti trovi? E lui ha risposto: nella realtà.

Qui l’intervista a Siani prima del Festival.