“Con il Progetto Polis l’ufficio postale non servirà solo per spedire una lettera o pagare una bolletta o per depositare i propri risparmi. L’ufficio postale nei piccoli comuni diventerà in brevissimo tempo un centro di fornitura di servizi pubblici, una sorta di casa che consente, grazie al digitale, di avvicinare lo Stato ai cittadini”. Così viene descritto il progetto Polis di Poste Italiane, in un podcast di Ansa Voice Economia, a cura di Corrado Chiominto, responsabile della redazione economica dell’agenzia di stampa.

Progetto Polis, una rivoluzione di Poste

Nel podcast si ripercorrono le tappe della “rivoluzione messa in campo da Poste Italiane”, anche con ricordi dell’autore dell’intervento: “Ricordo benissimo quando le Poste per risparmiare, stavano attuando un piano di chiusura dei cosiddetti uffici minori” e le lamentele per “la chiusura di quello che da sempre è considerato un presidio dello Stato”. Il progetto Polis traccia una strada esattamente nel senso contrario: lo hanno mostrato i circa 5.000 sindaci alla presentazione alla Nuvola di Fuksas lo scorso 30 gennaio, “ma anche le autorità che si sono alternate sul palco, ad iniziare dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Più posti di lavoro e più risparmio

Con il progetto Polis Poste Italiane rafforza la propria presenza in 7.000 comuni sotto i 15.000 abitanti dove l’ufficio postale diventerà una casa digitale per il cittadino. “Vi ho detto dei certificati catastali, della possibilità di richiedere documenti d’identità, ma la nuova casa digitale renderà possibile ottenere servizi a distanza anche da altre strutture – prosegue Chiuminto – Accorcerà le distanze non solo in termini chilometrici, ma anche di servizi, consentendo anche in Piccoli Comuni quello che è più facile ottenere in una grande città”. Ad esempio, si potranno prenotare delle visite mediche senza doversi recare alla Asl oppure il certificato del casellario giudiziale senza andare in Comune, o il cedolino della pensione senza andare all’INPS. “A conti fatti il progetto non significa solo più posti di lavoro, ma anche una riduzione di sprechi, tagliare le distanze: significa risparmiare 348 milioni di euro per la riduzione del traffico e dei tempi di attesa, ma anche 32 miliardi per la riduzione dell’inquinamento della fatidica CO2. Ma sul tappeto ci sono 1,2 miliardi di investimenti, 400 milioni vengono messi da Poste e 800 arrivano invece dai fondi del PNNR: è un progetto, quindi, che è una delle cose concrete che si realizzeranno grazie ai fondi europei del piano nazionale di ripresa.

I numeri di Polis

Poi si passa ai numeri del progetto Polis: “Sono 40 gli uffici Polis già ultimati – spiega Ansa nel podcast – Verranno installati 7.000 ATM postamat, 4.000 postazioni per servizi pubblici self service, 500 per la consegna di pacchi, 5.000 colonnine di ricarica per veicoli elettrici, 1.000 impianti fotovoltaici, sistemi di smart building e di monitoraggio ambientale. Ancora: 1.000 spazi esterni verranno attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Dei 250 cosiddetti spazi per l’Italia, 80 saranno nei piccoli comuni e creeranno una rete di coworking con oltre 10.000 postazioni di lavoro e sale di riunione che saranno connesse insieme”.

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