Roma, 7 mar – La presidenza di turno dell’Ue e l’Europarlamento hanno raggiunto due intese politiche sui dossier delle obbligazioni garantite e per favorire i flussi di capitali verso attività “verdi”. La presidenza rumena del Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto l’accordo politico sulla proposta di regolamento per la definizione di indici sull’impronta di carbonio di un portafoglio di investimento. Eugen Teodorovici, Ministro delle finanze della Romania, ha affermato che “grazie all’accordo sarà più facile, per gli investitori, selezionare infrastrutture, tecnologie e progetti attenti ai problemi climatici, in modo da riorientare i flussi di capitali verso attivi verdi”, mentre Valdis Dombrovskis, Vicepresidente della Commissione europea, ha definito la proposta come una “pietra miliare” del Piano d’Azione sul Finanziamento della Crescita Sostenibile della Commissione.

L’accordo prevede due nuove categorie di benchmark. La prima identifica un parametro per la transizione climatica mentre la seconda categoria identifica un portafoglio di investimento in linea con l’Accordo di Parigi. In questo secondo caso, infatti, saranno selezionati all’interno del benchmark, solo imprese che dimostreranno di essere allineate al target di 1,5?C. Le prossime tappe prevedono che, dopo la messa a punto tecnica, il testo sarà sottoposto all’approvazione formale da parte del Coreper, per poi essere adottato da Consiglio e Parlamento europeo. Un gruppo di esperti tecnici avrà inoltre il compito di esprimere il proprio parere su come selezionare le imprese eligibili nei nuovi benchmark, e se vadano esclusi – tema controverso – taluni settori di attività economiche dall’indice allineato con l’accordo di Parigi. In parallelo, proseguono i lavori sulle altre due proposte della Commissione – riguardanti la “tassonomia” e l’ampliamento degli obblighi informativi relativi ai rischi per la sostenibilità – sui quali si registrano tuttavia posizioni diverse, in particolare sulla prima.

Il secondo accordo riguarda la definizione di un quadro armonizzato in materia di obbligazioni garantite. L’intesa fissa i requisiti minimi di armonizzazione che tutte le obbligazioni garantite commercializzate nell’UE dovranno rispettare per ottenere il marchio “obbligazioni garantite UE” e per beneficiare del trattamento patrimoniale preferenziale corrispondente. Definire un framework europeo per i covered bond, basato su standard di alta qualità e sulle migliori pratiche di mercato, era un obiettivo fondamentale del Piano d’azione per l’Unione dei mercati dei Capitali della Commissione europea. Le obbligazioni garantite in UE infatti – a fronte di volumi straordinari pari a 2,1 trilioni di euro nel 2015 (84% del volume totale a livello mondiale) – presentavano una forte frammentazione a livello di singoli Stati membri.

Frammentazione che ne ha limitato la standardizzazione e rappresentato un ostacolo per la creazione di mercati liquidi, accessibili e trans-frontalieri. In particolare, si fissa una definizione comune di obbligazioni garantite, le caratteristiche strutturali dello strumento, i compiti e le responsabilità di vigilanza in materia, le regole per l’uso dell’etichetta “European Covered Bonds” e si rafforzano le condizioni per la concessione di un trattamento prudenziale preferenziale alle obbligazioni garantite ai sensi del regolamento sui requisiti patrimoniali.