Roma, 12 mar – I governi dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo sulla semplificazione delle norme sull’Iva delle vendite online, che garantiranno un maggior contributo di questo canale nella lotta contro le frodi fiscali. In un comunicato, la Commissione europea ha espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta durante l’Ecofin, ricordando che l’adozione definitiva delle nuove regole sarà possibile quando arriverà il parere consultivo del Parlamento europeo e che l’entrata in vigore è attesa per l’inizio del 2021.
Le nuove norme garantiranno un’introduzione fluida delle nuove misure in materia di Iva per il commercio elettronico concordate nel dicembre 2017. Dovrebbero aiutare gli Stati membri a recuperare i 5 miliardi di euro di introiti fiscali persi nel settore ogni anno, una cifra destinata a raggiungere i 7 miliardi di euro entro il 2020.
Le imprese non europee, incluse quelle che utilizzano i depositi o i cosiddetti “centri di elaborazione degli ordini” nell’Ue, possono vendere beni ai consumatori europei attraverso i mercati online e per le autorità fiscali può risultare difficile riscuotere l’Iva dovuta su tali beni.
Con le nuove norme i mercati digitali saranno considerati il venditore quando facilitano la vendita di beni di valore fino a 150 euro a clienti nell’Ue da parte di imprese non europee attraverso le loro piattaforme. Dato di particolare rilevanza, le stesse norme si applicheranno quando imprese non europee utilizzano piattaforme online per vendere beni ubicati nei “centri di elaborazione” all’interno dell’Ue, indipendentemente dal loro valore, consentendo alle autorità fiscali di esigere l’Iva dovuta su tali vendite. Le piattaforme online dovranno inoltre tenere registri delle vendite di beni o servizi effettuate dalle imprese che utilizzano la piattaforma.
“Stiamo gradualmente colmando i divari che comportano la perdita di entrate fiscali, fatto che priva gli Stati membri di fondi che potrebbero essere impiegati per i servizi e gli investimenti pubblici – ha commentato il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici. Nello stesso tempo stiamo adeguando le norme in materia di Iva alle esigenze del 21esimo secolo e della sua economia digitale e globalizzata. Le imprese potranno contare su una transizione senza soluzione di continuità verso il più ampio sistema dell’Iva per il commercio elettronico nel 2021”.
Le norme concordate oggi specificano in dettaglio il tipo di registri che devono tenere le piattaforme che agevolano le forniture di beni o servizi a clienti nell’Ue e introducono nel sistema i nuovi elementi fondamentali necessari affinché le imprese online possano trarre pieno vantaggio dal mercato unico dell’Unione.
Istituiscono un portale aggiornato sull’Iva nel commercio elettronico, denominato “sportello unico”, che consentirà alle imprese che vendono beni online ai loro clienti di assolvere gli obblighi in materia di Iva nell’Unione attraverso un portale online di facile utilizzo nella loro lingua. Senza, ricorda la Commissione, sarebbe necessaria la registrazione ai fini dell’Iva in ciascuno Stato membro dell’Ue in cui le imprese intendono vendere, una situazione descritta dagli interessati come uno dei maggiori ostacoli per le piccole imprese che effettuano operazioni transfrontaliere. Per i fornitori di servizi elettronici il sistema è operativo già dal 2015 e funziona bene.
L’adozione definitiva delle nuove norme sarà possibile dal momento in cui sarà disponibile il parere consultivo del Parlamento europeo ma gli Stati membri possono basarsi sulle norme adottate oggi per iniziare ad ampliare i loro sistemi informatici. Le nuove norme in materia di Iva si applicheranno dal primo gennaio 2021 e gli Stati membri avranno tempo fino alla fine del 2020 per recepire nell’ordinamento nazionale le nuove norme della direttiva Iva. Le imprese desiderose di avvalersi dello sportello unico per l’Iva ampliato possono iniziare a registrarsi negli Stati membri dal primo ottobre 2020.