Roma, 25 ott – Alberto Fernandez, principale sfidante del presidente argentino uscente Mauricio Macri, è in corsa per la vittoria al primo turno alle presidenziali di domenica. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, il populista Fernandez, alleato dell’ex presidente Cristina Fernandez Kirchner otterrebbe un vantaggio enorme, con una forchetta tra il 17 e il 22%, superando il 45% necessario per la vittoria senza ballottaggio.
Secondo la società di sondaggi Federico González & Asociados Fernandez otterrà il 54% contro il 31,5% di Macri. Secondo l’indagine pubblicata da Circuito il presidente uscente raccoglierà il 31,8% dei voti, mentre lo sfidante il 50,9%. Secondo altri sondaggi il vantaggio sarebbe minore ma sempre superiore alla soglia del 45% che dà automaticamente la vittoria. Il 27 ottobre 33,8 milioni di elettori argentini si recheranno alle urne per scegliere il nuovo presidente, il vicepresidente, e un terzo dei senatori e la metà deputati che vengono rinnovati ogni due anni. A fare da sfondo a una tornata elettorale complessa la povertà dilagante, la crisi economica, lo spread in salita e l’aumento della criminalità.
Sul banco degli imputati il presidente uscente Macri che nelle primarie dell’11 agosto è arrivato soltanto secondo dopo il rivale del Frente de todos, Fernandez, in testa ampiamente anche negli ultimi sondaggi per la Casa Rosada. Secondo il sistema elettorale argentino per essere eletto, il candidato presidente deve ottenere il 45% delle preferenze o il 40% con almeno 10 punti di vantaggio sul secondo. Altrimenti si va al ballottaggio previsto per il 24 novembre. Il clima di totale incertezza economica, con il Pil previsto in caduta del 3,1% e l’inflazione al 57,3% secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) è l’elemento dominante.
In Argentina in base alla Costituzione il voto è obbligatorio dai 16 anni e chi non esprime la sua preferenza è sanzionato. Alle primarie di agosto Frente de todos, con Fernandez presidente e l’ex presidenta Cristina Fernández de Kirchner per il posto di vice ha raccolto il 49,49% dei voti. Il programma di Fernandez è improntato sul sociale, con un piano ad hoc contro la povertà, una rinegoziazione del debito a partire dal maxi prestito di oltre 56 miliardi di dollari ottenuto dal Fmi.
Macri, che cerca la rielezione, ha ottenuto soltanto il 32,93% alle primarie. A lui viene addebitata la nuova crisi economica del Paese. Nonostante il motto di “riportare l’Argentina nel mondo”, il mandato di Macri si sta chiudendo con un netto peggioramento delle condizioni economiche del paese, la fuga di capitali e imprenditori, e una marcata povertà e disoccupazione a causa delle mancate riforme che erano state promesse.
Terzo in corsa per Consenso federal, è Roberto Lavagna, il più anziano dei concorrenti alla Casa Rosada con i suoi 77 anni. Si pone come alternativa del dualismo tra macrismo e peronismo. Segue per il Frente de izquierda Nicolas del Cano che è il più giovane aspirante alla Casa Rosada nonché il più a sinistra tra i candidati alla presidenza argentina. Poi in corsa per Frent Nos, Jose Gomez, ex militare, esponente conservatore noto per le sue posizioni intransigenti come patria, famiglia e no all’aborto. Infine Jose Luis Espert di Unite Frente Despertar che alla sua prima esperienza politica attiva.