Roma, 21 nov – Dal tecnico installatore di impianti fotovoltaici ai pianificatori, paesaggisti e specialisti del recupero e della conservazione del territorio fino agli ingegneri dei materiali, senza dimenticare i certificatori in grado di effettuare una diagnosi degli edifici e rilasciare l’attestato energetico. Sono solo alcuni dei nuovi mestieri della green economy, settore su cui puntano di più le aziende per creare nuova occupazione. E’ quanto emerge dall’Atlante lavoro, una mappa universale elaborata dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP), che serve a monitorare l’evoluzione dei settori, delle imprese e del lavoro per valutarne gli impatti sulle competenze e le professionalità.
Nel 2017 circa l’1% degli individui presenti nel dataset, che si basa su comunicazioni obbligatorie su tutte le attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro in Italia (escluse partite Iva e settore pubblico), erano occupati in professioni della green economy (full green), l’8% in professioni esistenti, ma aggiornate nella green economy (ibride). In aggiunte a queste si identificano per circa il 12% professioni go-green, quei lavori che vanno verso l’economia verde come l’agricoltura o il tessile.
Nel complesso circa il 21% degli occupati è coinvolto in processi produttivi e professioni coinvolti attualmente o in prospettiva nel fenomeno della green economy. Emerge inoltre che il fatto di essere occupato in una professione full o hybrid green si associa a un incremento medio di circa 17 giornate lavorate nel corso dell’anno presso la stessa impresa.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica nei green jobs sono in testa Molise, Lombardia e Abruzzo seguite da Piemonte e Campania. I settori dove si registra invece il maggiore numero di contratti green sono le public utilites e le costruzioni seguiti da servizi sociali e manifattura.
“Quello della green economy è un settore di cui si parla tanto, ma di cui si conosce ancora poco in termini di contratti di lavoro reali – spiega Stefano Sacchi, Presidente dell’INAPP – un settore che in prospettiva può rappresentare il polmone della nuova economia”.