Il 19 dicembre 2016, a Berlino nel quartiere di Charlottenburg, un camion guidato dal terrorista Anis Amri travolge i banchi di un mercatino natalizio uccidendo 12 persone. Tra le vittime c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni, di Sulmona. Fabrizia non conosceva confini geografici né culturali: aveva girato l’Europa prima per studio poi per lavoro e aveva trovato un ottimo impiego nella capitale tedesca in un’importante società di logistica, dove collaborava con giovani di diverse nazionalità. “Fabrizia ragazza d’Europa”: una giovane attenta alle problematiche del sociale, aperta, disponibile al confronto e al dialogo, al reciproco rispetto delle diversità, saldamente convinta della possibilità di relazioni fra popoli e culture, che amava l’arte, impegnata attivamente nell’ausilio e sostegno di chiunque versasse in situazioni disagiate, oltre che nella lotta a qualsiasi forma di discriminazione e violenza nei confronti dei ragazzi di oggi. La morte di Fabrizia ha scosso l’Europa e l’Italia, come quella di Valeria Solesin a Parigi o quella, due anni più tardi, di Antonio Megalizzi a Strasburgo. Giovani vittime italiane che hanno varcato il confine celebrando un inno alla vita con il desiderio di sapere, esplorare, crescere e realizzare i propri sogni. E che invece non hanno avuto la possibilità di proseguire il loro cammino a causa dell’odio cieco che sta attraversando l’intera Europa. Ora il sorriso di Fabrizia, quel sorriso che non le mancava mai, sarà ricordato anche grazie a un murale sull’Ufficio Postale nel centro di Sulmona. Gaetano, papà di Fabrizia, è stato dipendente di Poste Italiane fino a pochi anni fa, quando è andato in pensione. Una vita dedicata alla famiglia e all’azienda, un lavoratore modello: serietà e tanti sacrifici per far studiare i figli Fabrizia e Gerardo, per dare loro un futuro pieno di opportunità. Ora, insieme alla moglie Giovanna, deve fare i conti con un dolore difficile da immaginare. Affrontano questo calvario con grande forza, enorme dignità e con il sorriso di Fabrizia scolpito nel cuore. Poste Italiane è voluta rimanere vicino a questa famiglia ricordando Fabrizia con un’opera d’arte: lei amava i dipinti e – ricorda la mamma – “girava l’Europa per ammirare mostre e musei, come quella volta che era voluta andare a Oslo per vedere dal vivo “L’Urlo” di Munch”.
“Da Poste un gesto di umanità”
Per i genitori di Fabrizia il murale è stato una bellissima sorpresa. “Non è facile trovare un’azienda capace di fare un gesto di umanità e di solidarietà per i propri dipendenti – spiega Gaetano -. È qualcosa che ci tocca davvero”. In questi anni sono state moltissime le iniziative intitolate a Fabrizia: dai concorsi a suo nome del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambasciata tedesca a una giornata al parlamento di Strasburgo, fino alle tante borse di studio universitarie e alla Onlus “Insieme per Fabrizia”, voluta dai tanti amici e conoscenti che sono stati vicini ai genitori, organizzando progetti ed eventi a sostegno dei giovani. “Vogliamo portare avanti i suoi valori – spiega la madre – ciò in cui credeva. Fabrizia può essere un esempio nei luoghi di aggregazione, perché sosteneva fratellanza, solidarietà e integrazione”. “Credeva nell’Europa – aggiunge il papà – il destino è stato crudele. Ma lei non ha mai avuto paura e questo è un messaggio importante che deve rimanere per i giovani”.
In sintonia con l’artista
Il disegno del murale, realizzato dallo street artist Bifido, sfrutta la parte frontale dell’Ufficio Postale in pieno centro a Sulmona, a pochi passi dall’imponente Piazza Garibaldi, teatro ogni anno di una famosa Giostra cavalleresca medievale. Sul muro alla sinistra dell’ingresso dell’Ufficio è raffigurato il volto etereo e delicato di una ragazza con le ali d’angelo che tiene in mano un uccellino, simbolo di libertà. Dalla parte opposta l’artista ha dipinto due mani che provano a tenere insieme due parti di una lettera strappata, con al centro un cuore rosso. “Ogni volta che qualcuno lancia lo sguardo su quel muro ricorderà Fabrizia – spiega Giovanna –. È qualcosa che ci serve per andare avanti, per tenerla viva. È dalla memoria che si parte per costruire il futuro. Quando abbiamo visto il disegno ci siamo trovati in sintonia con l’artista: è stato delicato e non agiografico, perché quel volto rappresenta tante ragazze, non solo Fabrizia”. Dalla memoria e dalla cultura, dunque, si deve ricominciare: “Fabrizia – prosegue Gaetano – mi diceva sempre: “Papà, se non c’è cultura non si cresce”. Si è battuta per questo nella sua vita. Ecco perché questa idea di Poste ci fa un immenso piacere”. C’è poi quella lettera spezzata: “Porta una notizia – dice Giovanna – e rappresenta secondo noi la terribile notizia che abbiamo ricevuto quel giorno”. “L’artista – aggiunge Gaetano – si è dovuto sicuramente immedesimare in questa vicenda perché ha realizzato l’opera in un modo carico di significati”.
La bicicletta restaurata
Negli ultimi anni, quando Fabrizia tornava in Italia andava a trovare il papà sul posto di lavoro. “Amava le cose semplici – ricorda ancora Gaetano –, quando ha vissuto a Forlì ha comprato una bicicletta, che ha restaurato da sola e con la quale si spostava”. Ad accogliere gli ospiti davanti all’ingresso della villetta dei Di Lorenzo a Sulmona c’è proprio quella bici, che Gaetano e Giovanna hanno ornato con dei fiori. “Ci auguriamo che i giovani di oggi continuino a portare avanti i valori in cui credeva Fabrizia – aggiungono –, nella sua breve vita è stata sempre intensa in tutto ciò che ha fatto ed è qualcosa che non potremo mai dimenticare”. Si era fermata a Berlino perché – raccontano – le piaceva il modo di lavorare molto organizzato dei tedeschi: “Ma mi diceva spesso: “Papà, io tornerò in Italia appena mi sarò costruita un avvenire che mi consenta di fare una vita piena””. Tutto ciò che Fabrizia ha significato continuerà ad avere una grande importanza nella vita di tutti i ragazzi. Che potranno venire a Sulmona, fermarsi davanti al murale e pensare che una vita è degna di essere vissuta solo se non è mai accompagnata dalla paura, ma è guidata da conoscenza, fratellanza e apertura verso il mondo.