Quando la mattina del 14 agosto, durante la loro gita già sconvolta da un violento temporale, le hanno chiamate per avvertirle che era crollato il ponte sopra via Fillak, hanno pensato a un piccolo ponte ferroviario dismesso da tempo. Ci è voluto più di qualche attimo per realizzare che il disastro aveva ben altre proporzioni: era crollato il Ponte Morandi, quello dell’Autostrada che collegava Genova e il resto d’Italia alla Riviera di Ponente e alla Costa Azzurra. Milano con Sanremo, tanto per citare una delle tratte autostradali storicamente più battute. Il bilancio è tragico: 43 morti tra le macerie, centinaia di famiglie sfollate, una città ferita, paralizzata, spaccata in due. Era il 2018 e oggi, a distanza di due anni, la città ha il suo nuovo ponte, realizzato in tempi record grazie al genio autoctono di Renzo Piano e a un lavoro di squadra che per una volta ha smentito l’immagine di una macchina burocratica lenta e aggrovigliata su se stessa. Il modello Genova ha funzionato ed è un esempio per la ripartenza di un’Italia che deve lasciarsi alle spalle anche i mesi del lockdown e della crisi sanitaria.
Voglia di ricominciare
Lucia, portalettere, che quella mattina maledetta di metà agosto era in servizio insieme con le sue colleghe, l’ha vissuta tutta sulla sua pelle e dal primo momento è stata vicina ai clienti, in particolare “Quelli del Ponte Morandi”, il comitato creato dai cittadini sfollati. Alla fine del 2019, Lucia è diventata caposquadra facendo i conti subito con un’altra emergenza, quella del virus: “Sono stati due anni tosti ma il senso di unione tra la gente e la voglia di ricominciare hanno fatto la differenza. Noi non ci siamo mai fermati e questo ha aiutato la gente a pensare che non tutto era perduto”. Marina, responsabile del CD di Genova Ponente, conferma la totale abnegazione dei portalettere: “Per più di un anno e mezzo abbiamo avuto come punto di appoggio della corrispondenza delle persone sfollate che non avevano attivato il servizio “Seguimi” l’Ufficio Postale di Genova 54: questo per noi ha significato mandare i postini fuori zona. In linea d’aria l’UP non è così lontano dal nostro centro, che si trova a Sampierdarena. Ma con il traffico, i cantieri e il fiume che c’è in mezzo a volte era necessaria anche un’ora per raggiungerlo”. I disagi sono stati immensi, ma non c’è stata mai una lamentela, mai una parola fuori posto: “L’impegno – aggiunge Marina – è sempre stato massimo e con gli abitanti della zona rossa si è creato un rapporto molto stretto: sappiamo che nella nostra Azienda, pur essendo una Spa, l’idea del servizio pubblico è molto presente. Nel nostro caso il recapito è l’obiettivo finale e dai postini viene vissuto come una missione. Ora speriamo che si sblocchi la viabilità cittadina”, dice Marina, genovese con papà di Finale Ligure. “Il Morandi – spiega – era nato insieme a me e ci aveva “liberato” dal traffico dell’Aurelia. Vederlo crollare è stato un colpo al cuore. Ci ero affezionata, speriamo davvero che il nuovo segni la rinascita della città”. La stessa speranza di Marina, MQ al CD Ponente: “Oggi mi fa piacere vedere il ponte nuovo, maestoso. Si sono dati da fare per ricostruirlo in breve tempo e non si sono mai fermati, e questo lo abbiamo visto tutti. Però certe immagini rimangono stampate nella mia memoria, così come le telefonate e la disperazione fino a quando non sono tornati tutti i portalettere”.
Il francobollo
È stato emesso il 3 agosto scorso il francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Il senso civico” dedicato al nuovo viadotto. La vignetta riproduce il rendering di un tratto del nuovo ponte di Genova su cui si staglia, a sinistra, un particolare del progetto dell’architetto Renzo Piano; in alto a destra, è presente il tricolore. Completano il francobollo la scritta “Il nuovo ponte di Genova”, redatta a mano da Renzo Piano, seguita dalla sua firma, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”. È disponibile anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante contenente la quartina di francobolli, il francobollo singolo, la cartolina affrancata e annullata e una busta primo giorno di emissione al prezzo di 15 euro.
Leggi qui tutte le notizie dello speciale “160 anni di Poste Italiane”