Una storia d’altri tempi, di quando le lettere erano l’unico modo per comunicare per i soldati in guerra. La racconta il Corriere della Sera, ripercorrendo quanto accaduto a quel prezioso scritto di Vincenzo Fugalli, sottotenente degli Alpini e studente di medicina, datato Natale 1942, mentre si trovava sul fronte russo. Settantotto anni e due mesi fa, per la precisione. Quella lettera adesso arriverà a destinazione, a San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, nelle mani della nipote Serena Fugalli, dove terminerà una storia partita da molto lontano, sia nel tempo che nei luoghi, e che ha fatto, in un certo senso, il giro di tutta l’Italia.
La scoperta della lettera
La lettera è stata trovata per caso la scorsa settimana da Olga Rosa Davini, bresciana trapiantata a Mantova, racconta il Corriere della Sera. Era custodita in un libro che suo padre Tino (che per tutta la vita ha cercato testimonianze e corpi di italiani che hanno combattuto sul fronte russo) aveva regalato alla moglie Adele Turelli. Il sottotenente Vincenzo, chiamato da tutti Enzo, era nato a Barletta il 1° settembre del 1919: sarebbe purtroppo morto a 23 anni, soltanto un mese dopo quella lettera, il 26 gennaio del 1943, giorno della battaglia di Nikolaevka. A nulla valse “la convinzione assoluta che non mi potrà mai capitare niente — così come si legge nella lettera — anche se camminiamo in mezzo alle mine. Io sento che mi andrà tutto bene e voi sapete che questi intimi, profondi presentimenti non sbagliano mai”. Quella volta sbagliarono.
La ricerca dei parenti
Nessun errore, invece, ha fatto Olga nella ricerca dei parenti di Enzo: “A tre anni dalla morte di mia madre — racconta — ho iniziato ad aprire gli scatoloni con i libri dei miei genitori. E in uno di questi, il Libro bianco sui dispersi di Russia, ho trovato la lettera”. Da lì è partita la ricerca dei parenti di Enzo. “Grazie all’Unione nazionale reduci di Russia ho scoperto il luogo di nascita di Enzo, Barletta, e la sua data di morte. Poi, con l’aiuto dell’Archivio di Stato ho scoperto che il padre del soldato si chiamava Luigi, morto a Treviso, e la madre Maria Tresca, deceduta a San Giorgio a Cremano”. Olga lancia un appello su un gruppo Facebook, “Ti cerco”, nella speranza di una risposta. Che arriva sotto forma dell’interesse dell’emittente Telenorba che alla lettera di Enzo ha dedicato servizi e una diretta. Casualmente, durante uno zapping mattutino sui canali della piattaforma Sky, la trasmissione è stata intercettata al numero 510 da Serena, che di cognome fa Fugalli, essendo la figlia di Paolo, fratello del sottotenente Enzo, il cui corpo non è mai rientrato dalla Russia. “Mi è sembrato incredibile che in tv parlassero di mio zio — spiega Serena al Corriere — e ringrazio Olga che ha cercato in tutti i modi di trovarmi. Non vedo l’ora di venire in possesso di questa lettera piena d’amore”.