Educare non è riempire vasi ma accendere fuochi. Lo sostengono le migliori tradizioni pedagogiche della storia antica e moderna. Vale anche per l’attuale generazione giovanile scossa da una inedita pandemia. L’Unione Europea ha proclamato il 2022 Anno Europeo dei Giovani. Opportunità per un nuovo pensiero sull’intera questione giovanile. Ragazze e ragazzi devono essere associati al progetto di affermare la giustizia sociale per un mondo più fraterno. Papa Francesco lo ripete senza stancarsi. “La vostra – ha detto agli studenti Ursula von der Leyen inaugurando l’Anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore– è la generazione che darà forma all’Italia del dopo-pandemia. Il futuro dell’Europa è nelle vostre mani ed è in buone mani”.
Le sfide per il futuro
Tre le sfide indicate da von der Leyen: pianeta, innovazione e democrazia. Si tratta di liberare l’Europa dalla pesante eredità dell’odio dando cittadinanza piena alla fraternità, alla giustizia, alla dignità di ogni essere umano. In una forma spigliata e confidenziale ritroviamo questi orizzonti in una accattivante “Lettera a una ragazza del futuro” della giornalista Concita De Gregorio. Di educazione se ne intende avendola sperimentata con i suoi quattro figli. Scrive sapendo di che si parla e, di suo, aggiunge leggerezza comunicativa tipica della gentilezza femminile. Non è un caso che la lettera inizia proprio così: “Sii gentile, ragazza del futuro. Appassionata e gentile”. E prosegue scendendo dalla cattedra. “Lo so che i consigli non servono, che nessuno impara da nessuno se non dai propri errori. Lo so che le raccomandazioni degli adulti sono insopportabili. Soprattutto sono inutili”.
Un tuffo al cuore
Concita trova, però, il modo di farsi leggere senza pesare: scrive la lettera come se fosse indirizzata a se stessa, ma il testo sta lì, disponibile anche per la ragazza che volesse leggerla. “Questa lettera non la scrivo per te. Non la leggeresti, non la leggerai. Non finché sarai bambina. Allora facciamo così: la scrivo per me. Per la ragazza che sono stata. Un giorno forse ti capiterà fra le mani. Magari la troverai in un libro, scivolerà fuori da una scatola. Sarà una sorpresa ritrovarla. Le persone passano, le parole scritte restano. A me una volta è successo, era una lettera con la grafia obliqua: è stato un tuffo al cuore, è stato bello”.
La paura è indispensabile per avere coraggio
Molto curata l’edizione illustrata della Lettera. Ci sono colori, testi stampati o riprodotti con caratteri scritti a mano, come una volta, quando gli iPhone non c’erano e anche i diari si scrivevano a penna proteggendo l’intimità di un’età burrascosa. La grafica è in neretto per i passaggi più forti. Eccone alcuni: “Ascoltati, non ascoltare chi si impone su di te… non devi vincere… opponi la bontà alla ferocia… eroismo è condividere in silenzio… incarna il mondo che vorresti; di cosa hai paura? Perdermi, non piacere, sentirmi sola, perdere il controllo, essere tradita, non essere capace di dire la verità, sentirmi sola, chiacchiericci… Serve, la paura: è indispensabile per avere coraggio: Sii imprevedibile. Non far dipendere la tua felicità da nessuno. Fai in modo di non avere bisogno delle persone che hanno potere, solo così sarai libera. Spesso le cose sembrano complicate e sono molto semplici, nell’amore per esempio”. Neppure i passi scritti in blu sono scontati; hanno la sapienza di chi è stata ragazza e ha educato da mamma ricordandosi di quando era ragazza. Un passaggio per tutti: “Se non vuoi essere toccata, dillo con fermezza, difenditi anche con durezza se necessario”.
Un consiglio prezioso
In tempi in cui si è preso coscienza della dignità della donna nel barbaro contesto dei femminicidi, il consiglio è prezioso davvero, controcorrente rispetto alla rassegnata sottomissione del passato prossimo e remoto. Stiamo nel pieno di una visione educativa che guarda al futuro anziché al passato: “Vivi come se il mondo fosse già quello che vuoi”. Nella coscienza vigile che le difficoltà non sono finite per le donne e cominciano da bambine. Questa Lettera suggerisce che se un tempo le donne erano considerate vestali del focolare, ora lo sono della speranza in un mondo più giusto e umano.